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E Gualerzi spiega la genesi dei numeri

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MANTOVA. L’operazione Aimag necessita di una premessa. Al momento attuale, la Tea deve limitarsi a manifestare interesse verso l’acquisizione di una partecipazione azionaria in Aimag non ancora definita. Quante azioni saranno messe in vendita è una decisione che Aimag prenderà nel momento di emanare il bando di gara vero e proprio.

E allora, da dove nascono le percentuali azionarie uscite dall’assemblea di Tea? A spiegarlo è il presidente della multiutility, Luigi Gualerzi: «Sono solo ipotesi che tengono conto del nostro interesse e che potrebbero essere sovvertite al momento dell’emissione del bando». E aggiunge: «Per noi è fondamentale acquisire, come minimo, il 26% di Aimag in modo da avere una partecipazione superiore al 25% di Hera. È questo è il nostro paletto: sotto il 26% l’operazione, allo stato attuale, per noi non sarebbe più conveniente. Poi, abbiamo immaginato quello che potrebbero mettere i modenesi, e cioè il 32%: questo perché oggi i Comuni hanno il 65% e crediamo che vorranno comunque mantenere la maggioranza relativa, anche se non è detto».

Con questo scenario, Tea ipotizza l’acquisto del 30% di Aimag: «Prudenzialmente - dice Gualerzi - riteniamo che Aimag valga 1,2 volte Tea; se così fosse, ma servono perizie che saranno effettuate solo in un secondo tempo, ipotizziamo di pagare quel 30% di azioni metà in contanti e metà in concambio con azioni Tea. Così, quel 15% che pagheremmo con nostre azioni corrisponderebbe al 18% di azioni Tea. Con un avvertenza - insiste il presidente della multiutility - : siamo solo a livello di ipotesi per far capire ai soci che cosa potrebbe avvenire. Poi tutto potrebbe cambiare quando la stazione appaltante, e cioè il Comune di Mirandola, emetterà il bando di gara».

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