I Ballarini: «Ora ci sono prospettive mondiali»
La famiglia rassicura sul futuro. «E noi resteremo qui per un anno e mezzo»
MANTOVA. «Vuole sapere perché abbiamo deciso di vendere la nostra azienda? Ora glielo spiego». Giuseppe Ballarini, parte da lontano, dalla fondazione della società nel 1889: «La nostra azienda è sempre stata solida, non è mai andata in perdita da quando è stata costituita, tanti anni fa. Ma la nostra famiglia ha ragionato in termini più ampi, senza guardare alla prospettiva immediata che, pure, ci rassicura. Negli ultimi tre anni abbiamo fatturato mediamente 75-80 milioni.
Ora la Ballarini fa parte di un gruppo che fattura 650 milioni ed ha stabilimenti in giro per il mondo. Capisce ora? Il nostro è stato un atto di amore per la nostra azienda: vogliamo che abbia la possibilità di crescere e di portare il made in Italy e l’alta qualità delle nostre pentole in tutto il mondo. Con noi la Ballarini è arrivata a questo livello, ma le potenzialità sono molto più grandi».
Zwilling si è approcciata nel novembre 2014 come cliente, poi si è fatta sotto con altre intenzioni: «Vogliono arrivare ad un giro d’affari di un miliardo nel giro di tre anni: le prospettive sono notevoli. Tenga conto che attualmente la Ballarini vende in Italia ed in Germania per l’80% dei suoi ricavi, quindi c’è tutto il mercato mondiale da esplorare. E, d’altra parte, la Zwilling, fa vendite in Italia per soli 2,8 milioni. Gli interessi si sposano perfettamente».
Giuseppe Ballarini tiene a sottolineare che questa vendita sarà all’insegna della stabilità e delle garanzie. Non solo: «La famiglia rimarrà in azienda per un periodo di transizione di un anno e mezzo. In questo modo non ci saranno sbalzi e la continuità sarà garantita». (e.c.)
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