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Malore fatale, si spegne nel sonno a 32 anni

L'allarme dato dalla mamma e dal papà: inutile ogni tentativo di rianimazione

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POGGIO RUSCO. Due linee di febbre, la cena leggera con i genitori e poi a letto presto per ristabilirsi il prima possibile. Nella notte, mentre dormiva, ha esalato l’ultimo respiro e si è addormentato per sempre. Così, senza un perché, senza una spiegazione. A trentadue anni, Matteo Morselli, ingegnere informatico, se n’è andato lasciando i genitori Paolo e Paola, la sorella Chiara, la compagna Ilaria, sconvolti, senza più scopo. È successo ieri notte. Matteo, che lavorava come programmatore alla Cima di Mirandola, si trovava a casa dei genitori, Paolo, veterinario dell’Asl e Paola, responsabile della mensa della Cir al Novecento. Da alcuni anni il giovane conviveva in un appartamento in centro, con la compagna Ilaria Simoni, coordinatrice del Cres del Comune. E con lei stava costruendo la casa, in cui il prossimo anno sarebbero andati a vivere. Ma in questo weekend Ilaria era fuori Poggio, in visita a dei parenti.

Quindi Matteo, che aveva un po’ d’influenza, aveva accettato l’invito dei genitori di tornare per qualche giorno nella casa in cui era cresciuto e dormire nella sua vecchia stanza. Avendo febbre e problemi di stomaco, aveva cenato in modo leggero, solo con un po’ di riso in bianco, condiviso con la madre e il padre, poi era andato a dormire. All’una e mezza - ci racconta tra le lacrime, al telefono, il papà Paolo - si è alzato per mangiare un biscotto, dato che aveva un po’ fame. Poi è ritornato a letto, sul quale si trovava anche il suo affezionatissimo cagnolino Sampin. Poco dopo la mamma si sveglia e va a vedere se Matteo sta bene, se ha bisogno di qualcosa. Mentre apre la porta sente un rantolo. Corre in suo aiuto, ma il figlio ha già perso conoscenza. Disperata chiama il marito, quindi il 118. I soccorritori arrivano subito, praticano un massaggio cardiaco che dura almeno mezzora. Niente da fare, tutto inutile. Matteo se n’è già andato.

La causa? Un infarto, forse un aneurisma. Un evento senza precedenti clinici nel caso del giovane, che era sempre stato benissimo e che non aveva fattori di rischio, non beveva, non fumava, era in peso forma. Un istante, il cuore che si inceppa, si spegne e un’intera vita, mille progetti, l’amore di tante persone, i sogni, le speranze svaniti. Per sempre, inesorabilmente. Inaccettabile, impossibile per i genitori, la fidanzata, per tutti quelli che lo conoscevano. Un distacco troppo violento, una perdita troppo cruda da poter capire, da poter elaborare. Il feretro è composto nell’abitazione dei genitori in via Garibaldi, il funerale è martedì pomeriggio alle 15. In questi giorni è in corso la fiera a Poggio Rusco e il sindaco Sergio Rinaldoni ha proposto ai genitori di annullare tutto in segno di lutto, di rispetto. «Preferisco che il paese vada avanti» ha detto il padre, il quale ha chiesto al sindaco che il figlio venga ricordato con un breve pensiero alla mostra dei cani Il Bastardon, cui l’anno scorso aveva partecipato anche lui col suo cagnolino e a cui avrebbe partecipato anche quest’anno se non fosse stato in malattia.

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