La Cisl lancia l'allarme: «Eni vende Versalis?»
La Femca chiede chiarimenti ai vertici del cane a sei zampe: «Clima di incertezza». Intanto trovata l’intesa per il cracking di Marghera: funzionerà per tutto il 2016
di Monica VivianiMANTOVA. Sono giorni di allarme tra i lavoratori di Versalis: da settimane circolano voci sempre più insistenti sulla possibile vendita della società chimica dell’Eni.
A rilanciarle è un documento ufficiale diramato da Femca Cisl nazionale: «Continuano a susseguirsi voci e dichiarazioni che danno per certa questa operazione e le possibili conseguenze sull'industria chimica del nostro paese - si legge - Non commentiamo le indiscrezioni, ma si è creata una situazione di allarme e di incertezza tra i lavoratori che riteniamo inaccettabile così come pensiamo sia un dovere ottenere una risposta da parte di Eni che, fino ad oggi, è stata latitante. Di certo saremo contrari ad una eventuale uscita di Eni dalla chimica e riteniamo un errore di Eni avere lasciato che il clima tra i lavoratori deteriorasse». Di qui l’appello perché «Eni dia risposte immediate che facciano chiarezza».
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Dalla segreteria provinciale della Federazione energia, moda, chimica ed affini di Cisl non arrivano smentite: «Ribadiamo - dichiarano il segretario Adolfo Feudatari e Sabrina Masotto - quanto contenuto nel documento di Femca nazionale e cioè che stiamo parlando di voci. Certo saremo contrari ad un’eventuale uscita di Eni dalla chimica. Al momento sappiamo che i nostri vertici stanno chiedendo un incontro a quelli di Eni». L’obiettivo è avere un quadro complessivo della situazione che determini «chiarezza sulla prospettiva delle strategie dell’azienda e per l’industria chimica del nostro paese, nonchè per assicurare condizioni di garanzia per i lavoratori».
Nel Mantovano il settore chimico, sottolinea Feudatari, «è uno di quello che va bene - spiega - conta circa duemila dipendenti più l’indotto e annovera eccellenze come ad esempio la Relevi di Rodigo che in questi anni si è sviluppata e come appunto Versalis che con i suoi mille dipendenti è in crescita sugli obiettivi di fatturato e ha un importante centro ricerche».
Nelle scorse settimane erano state diffuse dichiarazioni dell’amministratore delegato del cane a sei zampe, Claudio De Scalzi, «ma nulla lasciava intravedere - aggiungono ancora dal sindacato nazionale - che operazioni fossero in corso in questa fase» anche se «destavano perplessità e qualche preoccupazione il non più velato obiettivo di concentrare la società solo sulle attività di oil & gas». A questo punto però, al di là delle voci e delle comprensibili preoccupazioni circa il destino delle attività chimiche, «crediamo oramai ineludibile - conclude il sindacato - che Eni affronti con il sindacato questo tema molto delicato e importante per l’intero settore industriale del Paese».
Una buona notizia, però, c’è. Eni ha trovato un’intesa con un nuovo committente per mantenere aperto il cracking di Marghera per tutto il 2016.
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