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Scegliere l'università giusta? Vince chi segue le sue passioni

Tanti ragazzi mantovani ogni settimana "emigrano" per poter studiare all'università. Tre di loro, in tre città diverse, ci raccontano la vita da fuorisede in questa rubrica-blog. Elisa studia Lettere a Trento

Elisa Boccanera
2 minuti di lettura

TRENTO. Non bisogna mai ascoltare troppo gli altri. D’accordo, detta così sembra un po’ una frase a caso, trovata in un biscotto della fortuna magari anche scaduto. Ad ogni modo, oggi vorrei raccontarvi la storia della scelta del mio corso universitario.

Quando si finiscono le elementari, si tende a scegliere la seconda lingua della scuola media al 70% in base a “cosa scelgono i miei amici”; quando si finiscono le scuole medie, si decide la scuola superiore al 50% in base a “dove vanno i miei amici”; io, ad esempio, mi ero tragicamente dispersa nel tedesco, alle medie, e nei “numeri” del Liceo Scientifico, da “grande” amante della matematica quale ero.

Poi, per il passaggio superiori/università, tutti sono grandi e maturi - maturi in tutti sensi -  per prendere una decisione in maniera autonoma. Tutti tranne me: io faccio parte di quelle persone estremamente condizionabili dal parere del popolo. La matematica, la fisica, la chimica non sono mai state il mio forte, infatti ero molto più portata per le materie umanistiche. I numerosi input esterni non mi aiutavano affatto a fare ordine dentro me stessa: “Ma che lavoro puoi trovare con Lettere?”, “Ah, potrebbe assumerti McDonald’s!”, “Gli insegnanti, quelli sono tutti precari!”, “Ah! Le facoltà umanistiche sono le facoltà delle “merendine”.

Potete aggiungere voi qualsiasi tipo di commento perplesso riguardo la mia idea di intraprendere un corso a indirizzo umanistico. Così, nell'aprile del 2012, mi iscrissi al test di accesso ad Economia e incredibilmente il mio nome finì in graduatoria. Nella mia testa svolazzavano come fumetti le varie frasi fatte che si sentivano, cose come “Economia apre tutte le strade lavorative”, “Economia non può non piacerti, ci sono tante materie diverse”, “Economia a Trento è la migliore!”. Come ben potete immaginare, per pigrizia mentale e non totale consapevolezza, iniziai a frequentare quel corso.

Numeri, numeri, numeri. Fu un anno abbastanza terribile: ero insoddisfatta di quello che avevo scelto, studiavo a fatica materie che non mi trasmettevano nulla, non mi vedevo proiettata in un futuro così.  A luglio, finalmente, il coraggio di prendere in mano le redini del mio percorso mi si presentò davanti; non so come, non so perché. So solo che ne ero molto felice. Mi iscrissi a Lettere Moderne. Se ero incerta delle mie varie possibilità lavorative con Lettere, almeno ero certa di fare qualcosa in cui potevo essere me stessa.

Ora sono al terzo anno, le difficoltà non sono mancate e non mancheranno; tuttavia, la consapevolezza di fare qualcosa che appartiene alle mie corde mi dà la fiducia per poter affrontare qualsiasi cosa incerta del mio futuro. Questo perché sono finalmente riuscita ad ascoltare ciò che davvero desideravo io, rincorrendo il mio sogno senza troppi “se” o “ma”.

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Elisa Boccanera, ventiduenne divisa tra Mantova, città natale, e Trento, città nella quale frequenta l'università. E' iscritta al corso di “Studi storici e filologico-letterari” con carriera di Lettere moderne. Ama l’arte in ogni suo genere: letteratura, cucina, pittura e natura. 

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