Quando aprì la scuola degli edili. Settant’anni di lezioni e cantieri
Muratori a scuola, una storia mantovana poco o niente conosciuta, addetti ai lavori a parte. Per raccontarla, bisogna partire dai “capmàstar”, i padroni, insomma le imprese
MANTOVA. Muratori a scuola, una storia mantovana poco o niente conosciuta, addetti ai lavori a parte.
Per raccontarla, bisogna partire dai “capmàstar”, i padroni, insomma le imprese. Perché, se Confindustria Mantova ha festeggiato (18 settembre scorso) i suoi primi 70 anni, sempre nel 1945, appena finita la seconda guerra mondiale, nasceva il Collegio appaltatori e capimastri: riuniva gli esponenti più rappresentativi di quello che, in un panorama molto scarso di ciminiere, era il maggior settore industriale, chiamato a un ruolo determinante nella ricostruzione e nei piani statali di edilizia abitativa. Presidente Luigi Marson, vice Secondo Benedini; consiglieri Silvio Bottoli, Guido Formentini, Enrico Guercesi, Antonio Zacchi, Luigi Leorati. Sede, via Massari 14, dove si era insediata l’Associazione degli industriali.
Se mai sarà scritta la storia del Collegio costruttori edili Ance (denominazione d’oggi), era già anticipata nei protagonisti futuri. Fra i tanti problemi di quegli anni difficili, il più urgente si rivelava la domanda di mano d’opera qualificata, con tutti quegli uomini tornati da anni di guerra e di prigionia. Nel 1949 nasceva così l’idea della Scuola per apprendisti edili condivisa, tutti insieme appassionatamente, da imprenditori, sindacati operai, artigiani e cooperative: presidente Luigi Mozzini, vice Severino Scardovelli, cioè la Filea-Cgil, sindacato degli edili; direttore Secondo Benedini, segretario Peppino Marchesi (rimarrà in carica 36 anni, fino al 1981). Finanziamento a carico delle imprese.
Lezioni serali 2 ore il lunedì e giovedì, 3 ore il sabato pomeriggio in due aule (più uno scantinato) all’Istituto tecnico Pitentino, che era in via Acerbi. Dunque, “secia, casòla, fratàs, sgabàs”, insomma il cantiere di giorno e i banchi di scuola la sera. Evidentemente la scuola rispondeva a un bisogno reale, se doveva aprire sezioni via via in tutta la provincia. Nel 1952, diventava presidente Silvio Bottoli, uomo - chiave nello sviluppo. Pensate al clima politico d’allora, bianchi contro rossi: ma a proporre come presidente un padrone era proprio Severino Scardovelli, controparte irriducibile, invece, nel confronto sindacale (in più uno democristiano, l’altro comunista), che si riservava comunque la vicepresidenza. Subito dopo, obbligati al trasloco, sempre di fortuna, alla Scuola di avviamento professionale, in via Guerrieri Gonzaga. Non si poteva tirare avanti così, indispensabile una sede propria e doveva essere un’avventura, avviata nel 1956: solo dopo sei anni di slalom burocratici, finalmente casa propria, il 17 giugno 1962, in Circonvallazione sud, accogliendo anche la Cassa opera edili, nata nel 1959. Il meccanismo scolastico avrebbe funzionato negli anni seguenti, risolvendo ricorrenti problemi e adeguandosi al progresso tecnologico, nell’era informatica.
Incappava però nella Regione Lombardia diventata nel 2000 proprietaria della sede, con implicito sfratto. Tutto da capo, guai a cedere però, come dimostra l’elegante palazzina di Colle Aperto, inaugurata il 24 marzo 2012 e diventata Cittadella dell’edilizia, onnicomprensiva delle espressioni del settore.
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