Mantova da paura: insicura per il 25%
Ecco l’indagine dell’Istituto Fde: il 16% non denuncia i reati. E oggi Urbanity 2015 chiude a Lunetta: la parola ai cittadini
di Igor CipollinaMANTOVA. «Fossi in voi penserei a un’espressione alternativa, perché la paura dei ragni è la seconda per frequenza di citazione». Così suggeriva giovedì dal palco dell’auditorium Monteverdi la sociologa Aleksandra Jasinska-Kania raccontando di una ricerca condotta da Gallup tra gli adolescenti americani (anno 2005). Il consiglio, sorridente, era per i ricercatori che, nel perimetro del progetto Innes, hanno testato il modello di “ragnatela sociale”.
Applicandolo alla sicurezza urbana e alle paure relative. In realtà, al netto delle palpitazioni che potrebbe innescare, la metafora risulta efficace perché, come spiegano i ricercatori stessi dell’Istituto di Criminologia di Mantova (Fde), «ogni persona è “ragno” e attraverso i legami solidali (i fili della ragnatela) costruiti con gli altri si sforza di cambiare le condizioni in cui vive la sua comunità per renderla migliore: quindi più sicura».
Presentato venerdì durante la seconda giornata del convegno Urbanity 2015, organizzato dall’Istituto Fde con la Fondazione Politecnico di Milano per presentare i risultati del progetto triennale Innes, il modello della ragnatela è stato applicato alla comunità di Lunetta. Quartiere dall’immagine opaca e dalla fama poco incoraggiante, dove sabato si chiuderà il convegno, con le parole dei cittadini coinvolti nel laboratorio di solidarietà urbana (dalle 15 alle 17.30 nella sede dell’Università).
Prima si è misurata la percezione degli abitanti, quindi sono seguiti i cinque incontri della rassegna “Quartieri senza paura” (con tanto di passeggiata collettiva nei luoghi dell’insicurezza), infine l’esercizio di azioni di vicinato attivo e solidarietà partecipata. Come la pulizia corale del maxi-cantiere Cemi infestato dall’abbandono. L’unione irrobustisce i legami. Rewind: riannodando la tela del ragno, a monte ci sono i 1.971 questionari raccolti a Mantova (372 dei quali inutilizzabali perché incompleti) e gli 807 di Pegognaga.
Qualche dato sulla città: per sicurezza la maggioranza degli intervistati (817 pari al 51,1%) intende «protezione da invasioni su persona e patrimonio». Il 62,7% ritiene che Mantova sia «abbastanza sicura», il 25,2% «poco sicura». Il 16,2% (pari a 259) dichiara di non aver denunciato il reato al quale ha assistito (ma il campione valido è compresso a 388 persone), e nella maggioranza dei casi si è trattato di reati contro la proprietà. Il 24,3% afferma di aver assistito alla commissione di reati nell’ultimo anno e in 97 confessano di non aver denunciato il reato subito in prima persona.
Curiosità: se i ragni erano al secondo posto, di cosa avevano più paura gli adolescenti americani nel 2005? Degli attacchi terroristici, of course.
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