Breve fenomenologia dello studente da aula studio
Tanti ragazzi mantovani ogni settimana "emigrano" per poter studiare all'università. Tre di loro, in tre città diverse, ci raccontano la vita da fuorisede in questa rubrica-blog. Elisa studia Lettere a Trento
Elisa BoccaneraTRENTO. La biblioteca, il silenzio, la gente che si riunisce con un solo utopico intento: studiare. Come se, sedendoci tutti in uno stesso luogo, ci passassimo la forza l’un l’altro per tenere botta. Però io, spesso e volentieri, attiro in mia prossimità qualcuno che ha un obiettivo diverso dal mio.
Prime della lista e personaggi più comuni sono le tipe da passarella; ovviamente super tirose, arrivano sembrando cavalli al trotto, toc-toc-toc in sottofondo. Alzo lo sguardo e capisco che sono solamente dei tacchi. Si alzeranno dalla loro sedia non una, non due volte, non tre volte, d’altronde il loro scopo è farsi notare dalla plebe. Nell’astuccio non hanno solo biro ed evidenziatori, ma almeno tre tipi di burrocacao di gusti diversi, i quali – alla fine di ogni capitolo – vengono passati a turno ossessivamente sulle labbra. Anche se fuori ci fosse il diluvio universale loro riescono sempre entrare in biblioteca con i capelli liscissimi e adagiati al contorno viso. Al massimo io posso entrare in biblioteca con un ombrello non rotto dal vento, se mi va bene.
Altro personaggio degno di nota è il contorsionista: solitamente uomo, alto e magro; sente la necessità di invadere il tuo spazio. Se è seduto davanti tirerà calci ai tuoi piedi la maggior parte del tempo, ovviamente senza mai chiedere scusa; se è seduto di fianco, sarà assalito dall’ incombente esigenza di accavallare le gambe, togliendosi le scarpe e rendendo partecipe la stanza del profumo dei suoi calzini.
Ma almeno il contorsionista è silenzioso. Se si capita invece vicino al ripetitore, non si potrà mai pensare di avere un pomeriggio tranquillo. Non so, non ho ancora capito bene il motivo di tutto ciò: sta di fatto che o pensa di essere in un mondo parallelo o che gli altri siano sordi; legge e ripete quasi come se fosse nel silenzio della sua cameretta. Ma ecco, se io sto studiando Enrico VIII e compagnia bella [di mogli], poco mi importa di diritto penale.
Sul piano del ripetitore, si trova anche La coppietta. “More, tienimi il posticino mentre vado a prendere un caffettino! Lo vuoi anche tu? Zucchero a livello 3 o 4? Ma sei sicuro?” “Torna presto! Non riesco a studiare senza te”. Il limone parte a intervalli regolari ogni 15 minuti e fa abbassare i livelli di sopportazione di tutta la bancata. La coppietta colesterolica fa rendere felice il single di esserlo, al cento per cento.
Il rimorchiatore, ossia quello che vede la coppietta colesterolica, sente il bisogno di interagire col mondo di sesso opposto, nel modo e nel posto sbagliato. “Ah, sai, ho fatto anche io quell’esame! Mi era piaciuto molto”. “A me NO. Ciao.”
Detto ciò, mi aspetto che presto schederanno anche me come quella che Va in biblioteca ma osserva la gente. Però vi dirò, nel frattempo, ho anche pensato che se mi metto le cuffie posso quasi staccarmi dal mondo e concentrarmi su Enrico VIII. Allora prendo le cuffie, le attacco al cellulare per ascoltare la playlist “Intense studying” su Spotify, ed ecco 12 audio di 20 secondi su WhatsApp, ognuno a distanza di poco.
Ok, oggi non è giornata, ho capito.
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Elisa Boccanera, ventiduenne divisa tra Mantova, città natale, e Trento, città nella quale frequenta l'università. E' iscritta al corso di “Studi storici e filologico-letterari” con carriera di Lettere moderne. Ama l’arte in ogni suo genere: letteratura, cucina, pittura e natura.
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