A Milano Santa Lucia è sconosciuta, ma se lo studente è mantovano: ecco la letterina
Tanti ragazzi mantovani ogni settimana "emigrano" per poter studiare all'università. Tre di loro, in tre città diverse, ci raccontano la vita da fuorisede in questa rubrica-blog. Margherita studia Giurisprudenza a Milano
Margherita FilaNaso rosso e mani ghiacciate quanto il parabrezza della macchina giusto quella mattina con un traffico infernale e un treno da prendere.
Metà dicembre.
Letterina e cioccolatini sul comodino.
Campanellino, latte e carote.
Metà dicembre.
“Fai la brava, che Santa Lucia ti vede…”
“Scusa, ma come fa a vedermi? È ciechissima!”
Era la mia festa preferita perché tutto succedeva per magia.
Andiamo, una santa cieca che esaudisce i desideri?
Quasi meglio di Harry Potter, di gran lunga meglio di Babbo Natale.
I bambini milanesi non hanno idea di chi sia Lucia e io davvero vorrei poterli presentare - anche perché credo che da parte della santa non sia troppo gentile premiare un bimbo piuttosto che un altro, ma non voglio dilungarmi perché ci tengo a ricevere i miei regali, sono stata brava quest’anno – ma un briciolo di egoismo me lo impedisce.
Lei è mia.
Anche se sono cresciuta, anche se penso proprio di dovermi scordare i cioccolatini sul comodino la mattina, appena sveglia.
Dunque, so per certo che le letterine dei più piccoli hanno la precedenza, ma non penso ci sia nulla di male se anche io scrivo cosa mi piacerebbe ricevere, dopotutto è di una santa che si parla, credo se ne intenda di miracoli.
Cos’ho da perdere, no?
Mi piacerebbe ricevere un pacchetto di tranquillità - fiocco rosso, carta dorata - o un ansiolitico, a tua discrezione, Lucia.
Pensandoci, sarebbe splendido un posto fisso in Biblioteca Centrale, quello vicino al termosifone è il mio preferito nel caso in cui non sapessi quale scegliere.
Poi, ho visto la pubblicità di una lampadina che si illumina quando una persona ci tiene sul serio e resta spenta se invece non ne vale la pena.
Quanto mi piacerebbe, renderebbe tutto infinitamente più semplice.
Vorrei ricevere un mercoledì di un paio di anni fa.
Vorrei potere premere un pulsante e vedere immediatamente le persone delle quali sento la mancanza, niente treni, messaggi o altri strani modi di comunicare.
Mi farebbe comodo anche un po’ di coraggio, così finalmente potrei pensare all’esame di Diritto Privato con un minimo di faccia tosta.
Mi piacerebbe un ventaglio-scaccia-paranoie, una scatola di biscottini dell’ottimismo e una fornitura a vita di quella cioccolata buonissima che aiuta a mantenere la concentrazione.
Credo di non avere dimenticato nulla.
Forse ho chiesto troppo ma era un po’ che non scrivevo a Santa Lucia, spero possa scusarmi dal momento che non so più come si fa.
Ma una cosa la so.
So che se sto in silenzio posso sentirlo.
Dindirindindin, dindirindindin.
Metà dicembre.
Cappuccio colore della polvere, asinello e carretto.
E' lei, è qui.
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Margherita Fila, ventenne, si è diplomata al Liceo Classico Virgilio di Mantova. Non sa bene chi vuole diventare da grande ma sa chi vuole essere oggi e, quando ha qualche preoccupazione, suo padre è solito ripeterle : " Tesoro, il tempo è galantuomo". Ad oggi, frequenta la facoltà di Giurisprudenza all'Universitá Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
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