Fallita la cooperativa Leale, debiti per 14 milioni
La procura aveva ritirato l’istanza a ottobre sulla base di un piano industriale. A novembre l’inattesa capriola societaria con l’elezione di un nuovo presidente
di Enrico ComaschiRONCOFERRARO. La mazzata è arriva giusto alla fine dell’anno, dopo che tutto l’autunno era trascorso nella speranza di un salvataggio: la storica (è stata fondata nel 1909) Cooperativa muratori La Leale di Roncoferraro è stata dichiarata fallita dal tribunale di Mantova sotto un peso di 14 milioni di debiti. Questo significa che a Mantova ha termine la lunga storia delle cooperative di costruzione: la Leale segue il destino della Sermidese, della Multicoop San Matteo e della Nuova cooperativa edile di Goito. Ma questo significa anche che una trentina di persone hanno perso il lavoro, e per l’edilizia si tratta di un ulteriore duro colpo dopo i tanti ricevuti negli ultimi anni.
Secondo i dati forniti dalla Cgil, infatti, all’inizio della crisi, nel 2008, erano iscritti alla Cassa edili circa 4.700 lavoratori: oggi gli iscritti risultano essere tremila duecento. Mille cinquecento lavoratori in meno: è come se dal territorio fosse sparita una grande fabbrica, molto più grande della Versalis.
Sulla vicenda della Leale restano comunque alcuni capitoli da scrivere, in quanto il pool di legali ha intenzione di presentare l’appello a Brescia: «Rispettiamo la sentenza ma siamo stupefatti - spiega l’avvocato Domenico Vetere - Il fallimento significa che la società non può più continuare, ma questo non era il caso della Leale. La stessa procura, a seguito del lavoro della Guardia di finanza, aveva deciso di ritirare l’istanza in ottobre. Invece alcuni giorni fa il tribunale ha deciso per il fallimento sulla spinta di altre istanze. E’ vero che nel 2014 c’era un passivo e c’erano debiti. Ma è anche vero che la Leale ha un patrimonio da 15-18 milioni di euro che, anche se in parte ipotecato, avrebbe dovuto far propendere per la continuità. Oltretutto la società era in pre-fallimento dal maggio scorso, e in queste condizioni non è che si potesse fare granché: il nostro “bilancino” fatto a giugno 2014 indicava addirittura un utile. Proprio non capisco questa sentenza: presenteremo appello».
Al di là delle vicende giudiziarie, che legano la Leale alla sorte di Forum Mondadori, dichiarata fallita nel maggio dello scorso anno, un ulteriore capitolo tutto da scoprire è quello della giravolta societaria decisa dai soci lo scorso novembre. L’assemblea ha infatti sfiduciato il presidente Nicola De Vecchi sostituendolo con Giancarlo Frigeri.
«Durante l’estate - racconta De Vecchi - mi sono mosso per garantire la continuità aziendale. Un patrimonio consistente di per sè non garantisce alcunché: quanto si ricava, oggi, dalla vendita fallimentare di immobili? E in quanto tempo? Ecco allora che abbiamo avuto contatti importanti all’estero e in ottobre le prospettive di lavoro avevano convinto la procura. Insomma, ho messo a frutto le mie relazioni personali per garantire il futuro della Leale. Ora io non capisco cosa sia successo da ottobre a novembre: il piano che andava bene alla procura non andava bene ai soci». In effetti il cambio del consiglio di amministrazione in un momento così delicato lascia più di un dubbio.
Quello che è certo, invece, è che la Leale ha pagato molto cara la partecipazione societaria a Forum Mondadori: le ulteriori istanze fallimentari non sono partite da istituti di credito o da fornitori, ma proprio dall’universo dei creditori del Forum.
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