Lo show di fuoco a Revere In piazza 4mila persone. Roghi in tutta la provincia
La Vecchia brucia, buon segno per il 2016. Spettacolo anche a Motteggiana
REVERE. C'era una volta la filastrocca "la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…", oggi, a dire il vero, la vecchia megera si presenta in Tv a far colazione con un noto snack alla nocciola, offrendo nella calza non più qualche nocciolina e mandarino, bensì accattivanti confettini, al secolo "Minions", dall'improbabile gusto banana. E se il progresso e le mode ripescano dal passato, trasformando con un artificioso restyling personaggi e leggende, Revere mantiene ferma la tradizione dell'antico rogo fatto di fascine, al "buriel", dove ieri l'antica piazza Castello si è letteralmente riempita di circa 4mila persone con il naso all'insù, gustandosi l'ormai tradizionale "Rogo dla Vecia" con tanto di incendio della torre campanaria e lo spettacolo piro-musicale della ditta Parente Fireworks.
La tradizione si rinnova: a Revere brucia la torre
Vecchio e nuovo, antico e moderno, mondo pagano e cristiano, sono i binomi e la dualità insita in questa festa che vede anche misteriosi Magi provenire da un lontano Oriente. Revere dunque, grazie alla locale Pro Loco presieduta da Eros Giovannini e dall'amministrazione comunale, ha dato ancora una volta il meglio di sé: la Vecchia, fuggita dalla torre in cui, secondo la leggenda, si era rifugiata per non essere bruciata sul rogo come strega, viene scacciata da un incendio divampato nella cella campanaria dell'antica torre gonzaghesca e, ironia del destino, è volata letteralmente sull'imponente fuoco. "La vecia la brusa!" ed è bruciata bene, segno ed auspicio che il nuovo anno, nonostante il bisestile, è iniziato nel migliore dei modi.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Da Cavriana a Grole: festa anche sui colli]]
Sarà stata l'umidità della legna che formava la pira alta circa 8 metri, sarà stato il ghigno beffardo della "vecchia" che non voleva saperne di bruciare, sta di fatto che il "burièl" di Motteggiana è durato quasi un'ora. Da anni la Polisportiva organizza la festa dell'Epifania con il tradizionale falò della Befana. Alle 18 in punto, il fuochista Gastone Ganzerla ha iniziato ad incendiare le fascine di legna alla base della pira. Ma c'è voluto un bel po' prima che le fiamme prendessero vigore. Nel frattempo la gente si è ristorata con vin brulè e ceci. Centinaia di persone si sono assiepate davanti al nastro protettivo per riprendere, il momento in cui il fuoco raggiungeva la "vecchia". Anche il vento ha fatto la sua parte, tenendo lontano, per qualche minuto, le fiamme che non ne volevano sapere di "avvolgere" il fantoccio. Solo intorno alle 19 c'è stato l'urlo liberatorio della gente che ha cominciato a vedere la "vecia" bruciare. Al termine, tutti nella tensostruttura del parco "Panicali-Andreani" per degustare risotto, costine e cotechino ad offerta libera. (d.r., m.p.)
[[(gele.Finegil.Image2014v1) buriel]]
RODIGO. Nella calza della Befana i rivaltesi hanno trovato una festa ricca di colpi di scena, culminata con l’accensione del tradizionale “burièl”, che, mai come quest’anno, è stato ammantato di significati simbolici. Dinanzi ad oltre 1.500 persone, i presidenti di tutte le associazioni del territorio e l’assessore alla famiglia Patrizia Chiminazzo hanno acceso il falò, gettando torce ardenti nell’imponente catasta di legno, allestita in piazza Basile. Un rituale voluto dal nuovo presidente della Pro Loco di Rivalta, Loris Bassi, che con questo gesto ha sottolineato la volontà di ristabilire la pace tra l'associazione e l’amministrazione comunale. Al momento, però, si può parlare soltanto di una tregua e di tanti buoni propositi, poiché non sembrano ancora maturi i tempi per una solida riappacificazione. Poco prima dell’accensione del burièl, infatti, sulle acque del Mincio si è tenuta una fiaccolata a sorpresa, di cui era all’oscuro quasi tutta la popolazione, compreso il neopresidente della Pro Loco. Alla decisione del gruppo canoistico rivaltese di rinunciare alla tradizionale discesa del fiume illuminata dalle torce, il sindaco Gianni Chizzoni e gli assessori hanno risposto organizzando una sorta di mini-crociera su un barcone di cemento.
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Ad accompagnarli quaranta cittadini, che armati di torcia, dopo aver navigato, hanno sfilato per le strade del paese fino ad arrivare in piazza Basile. Alla fine, dunque, anche quest’anno il fuoco destinato al burièl è arrivato dal fiume e le feste natalizie si sono chiuse con un bilancio più che positivo. «Il presepe è stato ammirato da centinaia di visitatori – ha commentato Patrizia Chiminazzo – le mostre dei pittori e degli hobbisti hanno riscosso grande successo e la fiaccolata della notte di Natale è stata molto apprezzata dai cittadini».
A Castel d’Ario dopo la parentesi dello scorso anno quando non fu possibile “brusàr la vecia” per una disposizione del Commissario prefettizio che gestiva il Comune, ieri alle 18.45 in punto, nel vallo del castello, si sono alzate le fiamme dalla pira, alta circa 10 metri con in cima il fantoccio della Befana, preparata nel pomeriggio con legna e paglia. Mentre le fiamme e le faville si alzavano altissime con un’altrettanta altissima colonna di fumo, per un buon quarto d’ora è stato possibile assistere ad uno spettacolo pirotecnico molto intenso e con effetti speciali tali che più volte ha strappato il classico “ohh!!” e un lungo applauso finale al migliaio circa di persone presenti alla festa. Tra la gente si aggirava una Befana della Pro Loco, ben mascherata e con un cesto, distribuendo sacchetti di caramelle ai bambini. Contemporaneamente il Corpo bandistico casteldariese eseguiva un piccolo concerto.
A Commessaggio la Befana brucia sul fiume: spettacolo sul ponte di chiatte
Organizzato come primo evento dell' anno, nella ricorrenza del 50esimo anniversario della fondazione della locale sezione Avis, è stato acceso , alla presenza di circa mille persone, il "Falò sul Canale Navarolo" , a poca distanza dal ponte di barche che collega Commessaggio con la frazione di Sabbioneta, Commessaggio inferiore. La catasta di rami era collocata su una chiatta galleggiante di 4 metri per quattro, alta sei metri, proprio nello specchio d'acqua nel quale si riflette il superbo torrazzo gonzaghesco. Oltre allo spettacolo, di grande fascino, gli spettatori, giunti anche dai centri vicini, hanno potuto ristorarsi con cioccolate calde per bambini e vin brulè per gli adulti. Nel frattempo le "Befane", accompagnate da uno spazzacamino in bici con carretto, distribuivano caramelle e dolciumi ai bimbi presenti. Pienamente soddisfatta la presidente dell'Avis di Commessaggio, Daniela Caleffi. (r.l., l.f., t.c.)
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