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Andavamo sui tram a vapore, sono rimasti i cognomi belgi

Il cronista vostro cede, fin troppo spesso, alle malinconie di certe storie che, in quanto ormai vecchissime, rimangono nel dimenticatoio, mentre hanno avuto una loro importanza nella vita quotidiana

Renzo Dall'Ara
1 minuto di lettura

Il cronista vostro cede, fin troppo spesso, alle malinconie di certe storie che, in quanto ormai vecchissime, rimangono nel dimenticatoio, mentre hanno avuto una loro importanza nella vita quotidiana e lavorativa delle generazioni d’allora, meritando almeno il ricordo rievocativo. Ed è il caso d’una storia che si muoveva sulle rotaie messe in opera dalla Sociéte Anonyme d’Entreprise Générale des Travaux di Bruxelles.

A quell’impresa dal nome troppo difficile, subito diventato per il popolo la Belga, l’Amministrazione provinciale aveva affidato la costruzione di un’intera rete di trasporto locale, con tramways a vapore, dopo il felice esperimento del primo convoglio, partito da Brescia il 29 giugno 1882 e arrivato a Castiglione delle Stiviere: 1 ora e 40 minuti per coprire i 30 chilometri della linea, attraverso Montichiari e Carpenedolo. Nell’arco del successivo ventennio, gli sbuffanti tram a vapore avanzavano su questi nuovi percorsi: Brescia-Mantova: per Castenedolo-Montichiari-Carpenedolo-Castiglione-Medole-Guidizzolo-Volta Mantovana-Goito-Marmirolo-Gambarara-Cittadella-Zappetto-Santa Maddalena-Stazione ferroviaria-Borgo Te (km 74, 130 in ore 4 minuti 20);

Mantova-Ostiglia:BorgoTe-Cerese-Pietole-San Biagio-Ponte Travetti-Bagnolo San Vito-Governolo-Sustinente-Serravalle a Po-Ostiglia (km. 37, 500 in ore 2 minuti 24 );

Mantova-Viadana: Orti di Ognissanti-Montanara-Campitello-Gazzuolo-Commessaggio-Sabbioneta-Viadana (km 40, 455 in ore 2 minuti 45); Mantova-Asola: Orti di Ognissanti-Borgo Angeli- Curtatone-Grazie- Rivalta-Rodigo-Gazoldo degli Ippoliti-Piubega-Casaloldo-Asola (km 36, 410 in ore 2 minuti 15).

Nel 1911, la Belga avviava il collegamento Castiglione-Desenzano Porto e, intanto, la Provincia si era assunta direttamente la Mantova-Asola, prolungata a Isola Dovarese e la Mantova-Viadana.

Con l’avanzata della gomma, finiva l’epopea dei tram: nel 1935 per il trasporto passeggeri e nel 1936 per le merci.

Nel 1938 la Società Anonima di Tramway di Lombardia e Romagna (sempre capitali belgi) passava la mano alla Sitalr, Società italiana tramvie e autovie di Lombardia e Romagna: rimanevano, quali testimonianze le stazioni del Te, di Ognissanti e i binari.

In più i cognomi dei tecnici o lavoratori belgi rimasti a Mantova: Longfils e Chapuis. Altra memoria, però letteraria, di Piero Genovesi (Guida estrosa di Mantova, Valdonega 1963): “Santa Maddalena ... era la stazione di partenza del tranvai dell’Alto Mantovano… rimpetto alla fiancata dell’Arsenale, s’allineava la casaccia bassa che forniva uno stanzone immenso agli utenti, con tante panche lungo le pareti, un bar, da un lato, più vinario che caffettiere, dall’altro gli sportelli dove si acquistava un biglietto lungo come il viaggio, tempestato d’una trentina di fermate.” Santa Maddalena riportava alla contrada omonima e al monastero delle Convertite. Ora è via Angelo Scarsellini.

Arsenale: vedi convento di San Francesco, soppresso da Napoleone nel 1797, diventava arsenale militare nel 1811, circondato da un fosso con due ponti levatoi.

La piazza antistante dell’arsenale è ora San Francesco.

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