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Mantova nella galleria digitale di Google

Il Comune ha trovato l’accordo: una macchina fotografica da miliardi di pixel archivierà il patrimonio artistico

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MANTOVA. «Il Comune considera una necessità primaria aprire la ricchezza locale di opere d'arte al mondo intero. E di farlo attraverso le più alte tecnologie al momento disponibili, integrando i diversi servizi insieme all'enorme ricchezza culturale di Mantova, al fine di rendere la fruizione del patrimonio artistico e culturale di Mantova l'esperienza migliore e di più semplice fruizione possibile, e rendere la città un'esperienza completa, avanzata e facilmente accessibile per tutti i generi di visitatori nel mondo».

Questo si legge nella delibera che la giunta comunale ha votato nei giorni scorsi: l’accordo con Google promosso dal sindaco Mattia Palazzi e dall’assessore Lorenza Baroncelli per la digitalizzazione del patrimonio artistico è stato siglato. Si tratta di un contratto che per il Comune ha costo zero, ma che porta visibilità mondiale alla città; il fatto di essere capitale italiana della cultura è un valore aggiunto, ma va detto che i contatti con Google risalgono a mesi prima della nomina ministeriale.

Approvata la convenzione e nominato Sebastiano Sali quale referente tecnico del progetto, la giunta ha subito avviato la macchina amministrativa per i dettagli.

Ma vediamo in particolare di cosa si tratta, considerando che l’unico documento disponibile è proprio la delibera di giunta: per ora l’operazione è infatti coperta da un accordo di massima riservatezza.

«Il Google Cultural Institute - si legge nella delibera di giunta - ha proposto un progetto, unico nelle sue potenzialità tecnologiche e comunicative, di digitalizzazione di opere d'arte che può offrire a Mantova la possibilità di entrare a fare parte di una galleria virtuale che già conta 32.000 opere d'arte da 151 musei sparsi in trenta Paesi di tutto il mondo. Inoltre, tra questi musei, il Google Cultural Institute è l'unico che può vantare i più prestigiosi al mondo, tra cui la Tate Gallery di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Galleria degli Uffizi di Firenze.

«Il Google Cultural Institute è il solo che, per la digitalizzazione delle opere d'arte scelte, può servirsi della Google Art Camera, ovvero l'unica macchina fotografica digitale al mondo da miliardi di pixel, offrendo così una qualità dell'immagine senza pari».

Non si tratta soltanto di fotografie delle bellezze della città: si tratta di un protocollo basato su tecnologie avanzatissime e integrate. Infatti la delibera prosegue così: «Grazie all'integrazione con gli altri servizi offerti da Google, unica società nel suo settore a svilupparne una così vasta gamma (dalla posta elettronica, ai social network, alla galleria d'arte virtuale appunto), il Google Cultural Institute gode di un sistema integrato che comprende percorsi educativi, laboratori tecnologici e molto altro, tali da comportare un vero ed incredibile elemento di promozione turistica e culturale a tutto tondo di quelle città ed istituti che vi fanno parte».

Il Comune, «condividendo la visione di Google di un mondo sempre più digitalizzato, basato sulla fidelizzazione e personalizzazione del servizio digitale - conclude la delibera - intende avviare con Google un rapporto di collaborazione per la digitalizzazione del patrimonio architettonico ed artistico di Mantova».

L’intesa con Google apre una nuova frontiera nel campo della promozione della città, ma anche della gestione della memoria. Un tema di notevole suggestione. (e.c.)

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