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Arriva il violino di Auschwitz. Suonerà per don Mazzolari

Lo strumento che suonò ad Auschwitz tra i deportati accompagnerà le riprese che si svolgeranno a Bozzolo dal 14 al 18 marzo su don Primo Mazzolari e il salvataggio di famiglie ebree

di Attilio Pedretti
1 minuto di lettura

BOZZOLO. Uscirà eccezionalmente dal Museo Civico di Cremona per Mazzolari il "Violino della Shoah". Lo strumento che suonò ad Auschwitz tra i deportati accompagnerà le riprese che si svolgeranno a Bozzolo dal 14 al 18 marzo su don Primo Mazzolari e il salvataggio di famiglie ebraiche di cui si sa, dei Tenzer e dei Benyacar.

Giovanni Paolo Fontana di Rai Storia prepara il documentario da tempo. Si soffermerà su quel periodo di don Primo, attraverso testimonianze, memorie e documentazioni. Il sindaco è riuscito a ottenere il prestigioso violino che fa parte della collezione privata dell'imprenditore milanese Carlo Alberto Carutti esposta al museo. Il violino sarà scortato dai vigili e assicurato nella sua uscita. Il musicista Giacomo Invernizzi dell'Opera di Roma lo suonerà sulla tomba di don Mazzolari nella chiesa di San Pietro. Il superbo strumento, fabbricato nel 1800 da un liutaio francese, dietro ha una Stella di David intarsiata e in fondo alcune cifre, la matricola del deportato che ha permesso a Carutti di ripercorrerne la storia.

Apparteneva a Maria, una ragazza ebrea di 22 anni catturata dai nazisti nel novembre 1943 insieme al fratello Renzo di un anno in meno. Portati a Milano e poi a Verona, sul treno per Auschwitz , Maria sentì di non potercela fare. Si staccò dal suo violino che teneva stretto donandolo al fratello. Maria morì nel lager e il fratello fu liberato dai sovietici nel 1945. Renzo lo tenne con sé fino alla morte nel 1957 e non venne più suonato fino a quando Carutti da autentico Indiana Jones lo scovò da un antiquario a Torino. Dietro in fondo portava stampata la scritta in tedesco "Inno alla musica che rende liberi" e lo spartito con le note di un motivo, forse una ninna nanna. Dal 2014 è a Cremona.

 

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