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Migliaretto in abbandono. Via Roma: sentiremo Enac

L’unica ipotesi in discussione per l’area di 300mila metri è l’eliporto per il Poma. Sul tavolo l’accordo firmato dalla vecchia giunta. L’ambientalista: meglio il parco

di Nicola Corradini
1 minuto di lettura

MANTOVA. Un cane che corre felice in un vasto prato. Poco distante il suo padrone, in tuta da ginnastica che passeggia in scioltezza. I due potrebbero, volendo, godere di una prateria molto ampia: 300mila metri quadrati alle porte della città. Bella immagine, ma il padrone del cane sta violando una proprietà privata. Già, perché quello è il Migliaretto, sedime aeroportuale circondato da una recinzione e di proprietà Enac, Ente nazionale dell’aviazione civile. Un padrone di casa che, da quando l’attività del piccolo aeroporto è cessata, non lo ha più utilizzato (o concesso) se non per singoli e rari eventi.

Parlare del Migliaretto, del suo totale abbandono, fa male a tutti. Perché, indipendentemente dall’uso che ognuno vorrebbe farne - eliporto, area verde attrezzata, area spettacoli e via dicendo – resta il dato di fatto che quei 300mila metri quadrati coperti di arbusti ed erbacce sono completamente inutilizzati.

Solo ai margini, nelle fette di altre proprietà, si sono installate attività sportive (come i campi di rugby o il circuito di motocross) o insediamenti al centro di accese discussioni da anni (il cosiddetto “campo nomadi” che nessuno, nemmeno chi ci abita, vorrebbe, ma che continua a rimanere lì).

E il padrone di casa? Sembra un’entità distante, ma è l’interlocutore obbligatorio per cercare di dare a questa vasta area un senso. L’ultima ipotesi è quella dell’eliporto ad uso dell’ospedale Carlo Poma e delle emergenze ma a disposizione anche delle imprese. Se ne parla da anni, ma nella primavera del 2015 questo possibile scenario ha fatto un primo passo concreto con un protocollo d’intesa tra Comune, Provincia, Camera di commercio, Regione Lombardia, azienda ospedalieria e azienda regionale emergenza-urgenza (l’Areu). L’allora sindaco Sodano, ormai a termine del mandato, disse che affidare la progettazione sarebbe stato compito dell’amministrazione successiva.

Ma da via Roma, l’attuale sindaco Palazzi, spiega che «in quel protocollo ci sono delle cose da chiarire. Per questo motivo contatteremo presto Enac per avere un incontro». Il sindaco dice che «certo non possiamo permettere che un’area di quelle dimensioni resti così. Ma la proprietà non è del Comune». Gli ultimi tentativi di trattare con Enac risalgono ai tempi della giunta Burchiellaro. Poi non se ne è più parlato. Solo Andrea Fiozzi, responsabile del Parcobaleno di Bosco Virgiliano, ed ex presidente del Parco del Mincio riproporne uno scenario alternativo: «Migliaretto e Trincerone sarebbero la sede ideale di parco periurbano nell’ambito della Grande Mantova. Ma ormai sembra che la programmazione del territorio non vada più di moda».

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