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Exterran tira dritto. La rsu Belleli: "Vuole chiudere"

Sale la tensione tra presidio e assemblea. Poi l’azienda gela i lavoratori. Gli operai bloccano gli ordini già pronti. Oggi il terzo giorno di sciopero

4 minuti di lettura

MANTOVA. «Noi abbiamo dato la disponibilità a portare avanti i lavori per evitare penali, e sabato ci sono stati operai impegnati fino a mezzanotte per evitare danni ad un componente. Abbiamo dato disponibilità ad aprire una trattativa sulla riorganizzazione. Abbiamo posto una sola condizione: che Exterran ritirasse subito la disdetta del contratto aziendale, perché non ci si siede ad un tavolo partendo da un provvedimento di questo tipo. Ma loro cosa ci hanno risposto? Hanno risposto che si può trattare, ma che non ritirano la disdetta del contratto. In pratica, trattano solo sulla base del loro diktat. E’ inaccettabile. A questo punto c’è una sola chiave di lettura per questo comportamento: vogliono chiudere la Belleli».

Mauro Mantovanelli, segretario della Fiom, ha appena terminato l’ultima assemblea di una lunga giornata iniziata con il presidio davanti ai cancelli e proseguita con un’assemblea che ha di fatto sancito l’autogestione della fabbrica. Per evitare di far saltare tutto per aria, hanno deciso i lavoratori, gli ordini più delicati non vanno abbandonati. Ma il clima è cambiato bruscamente nel pomeriggio, dopo che Exterran ha confermato la sua linea e ha ribadito la fiducia nei consulenti di Alix.

«Non vogliono trattare? Allora i lavori finiti non vengono consegnati. Faremo solo le lavorazioni di sicurezza, decideremo noi quali. Lo sciopero sarà ancora più duro», annuncia Mantovanelli, supportato da tutti i lavoratori. Anche oggi, dunque, la lotta continua. Con un’ombra sulle reali intenzioni della multinazionale statunitense ad aleggiare sullo stabilimento.

Ecco allora che il sindacato vuole andare a vedere fino in fondo qual è il vero volto di Exterran. E’ sempre Mantovanelli a spiegare: «Alix è o non è interessata a far andare avanti la Belleli? Allora sappia che fermiamo tutto, che gli ordini pronti non saranno consegnati e che Exterran pagherà penali per i ritardi. E allora, se il futuro della Belleli interessa davvero, ci chiami, ci contatti direttamente. Noi aspettiamo una telefonata dell’amministratore delegato di Alix, Luca Ramella, lui sa dove trovarci. Se vuole sbloccare qualche commessa deve riconoscerci come controparte, altrimenti da qui non esce più niente». Oggi sarà il terzo giorno di sciopero: per gli operai non è certo una situazione semplice. Anche per questa ragione tutti, in via Taliercio, auspicano che le istituzioni, a partire dal Comune e per finire con il governo, attivino i loro contatti per fare in modo che non si arrivi alla tragedia di un’altra chiusura.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) La protesta ferma la Belleli: momenti di tensione al presidio]]

«Siamo tornati ad un passato che speravamo di non dover rivivere - aveva detto in mattinata Mantovanelli, intervenendo in assemblea - Ma in tutta questa storia c’è qualcosa che non va». Ieri (vedi articolo nella pagina a fianco) la rsu aveva scritto una lettera al numero uno di Exterran, Andrew Way. Contestualmente era arrivata la dura risposta dell’ad di Belleli Energy Cpe, Daniel Schlanger.

E così la rsu ha nuovamente rivolto un appello a Way: «Le chiediamo se ha avuto modo di visionare la nostra mail spedita oggi (ieri, ndr) alle 13 circa ora locale. Restiamo in attesa di una Sua gradita conferma. Nel frattempo, in merito alla lettera inviataci da Daniel Schlanger alle 15, non ravvisiamo purtroppo alcun elemento di apertura utile a sbloccare lo sciopero in corso unitamente alle cause legali e aprire una serena e proficua trattativa. Pertanto le iniziative di sciopero continueranno anche nei prossimi giorni. Per senso di responsabilità stiamo comunque garantendo alcune lavorazioni tecnologiche e di sicurezza. Auspichiamo che lei prenda in considerazione le osservazioni e le proposte che le abbiamo fatto dettagliatamente nella mail precedente (in fase di traduzione) e che si renda disponibile ad un incontro o ad un contatto diretto con le rappresentanze sindacali».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Protesta alla Belleli: la fermiamo]]

La lettera dell’azienda: «Non si sopravvive generando perdite»
Alix è un consulente di Exterran e non si tocca. La revoca della contrattazione aziendale è stata decisa per construirne insieme al sindacato una nuova che risponda a nuovi modelli di lavoro ed efficienza. Non ci può essere futuro per un’azienda che genera perdite ogni anno. In pillole, è questa la risposta tanto attesa, arrivata nel primo pomeriggio di ieri in Belleli. Con una lettera firmata dall’amministratore delegato di Exterran, Daniel Schlanger, la società ha in pratica risposto picche alle richieste che erano arrivate dal sindacato. La rsu, in particolare, aveva rispedito al mittente (lo ha fatto con una diffida) la revoca del contratto e aveva chiesto ad Exterran di estromettere i consulenti di Alix dalla trattativa. Nel mirino dei lavoratori, i metodi di questa società di consulenza chiamata dagli americani per ristrutturare l’azienda. Una risposta, quella di Schlanger, che sembra destinata ad inasprire, e di molto, lo scontro.
Ma andiamo a leggere la lettera: è la prima volta che Exterran si pronuncia sulla vertenza senza passare per Alix. La partenza è relativa ai mercati internazionali:
«Prendiamo atto - esordisce il documento - della proclamazione dello sciopero così come prendiamo atto delle notizie apparse sulla stampa. Il gruppo sta affrontando in quasi tutti i Paesi in cui opera (in cui ha già dovuto adottare soluzioni dolorose) un importante programma di ristrutturazione per far fronte alla gravissima, e ormai perdurante, crisi del settore oil & gas». Un capitolo è dedicato ai consulenti, cui Exterran conferma la fiducia: «Alix Partners è incaricato dalla nostra società per fare analisi, proporre soluzioni e implementarle. Ogni attività di Alix è frutto di scelte della società. Alix, dunque, ci ha sempre interpellati sull’adozione di qualsiasi decisione, limitandosi a fornire le proprie competenze e la propria esperienza nella ricerca di soluzioni per la sopravvivenza stessa della nostra azienda».
Schlanger si sofferma, infine, sulla revoca del contratto che ha fatto infuriare il sindacato: «Abbiamo receduto dalla contrattazione integrativa non per cancellarla di per sè, ma per costruirne, insieme al sindacato, una nuova che risponda a nuovi modelli organizzativi di lavoro ed efficienza. Proprio per questo si è ritenuto di rispettare un preavviso di sei mesi, tempo in cui la società ed i sindacati se questi, come auspichiamo, vorranno sedersi al tavolo delle trattative per individuare quegli strumenti che possano soddisfare gli interessi dei lavoratori ma che consentano al tempo stesso all’azienda di sopravvivere. Perché, lo ribadiamo, di questo si tratta. «Non ci può essere un futuro per nessuna azienda che genera perdite ogni anno. Chiariamo, in proposito, che il margine del 10% non è un utile aziendale ma il margine minimo che le commesse devono produrre per coprire i costi aziendali evitando così le perdite. Siamo disposti in qualunque momento ad aprire un tavolo di trattativa». (e.c.)
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