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Liberazione ancora attuale: medaglie per 12 partigiani

La cerimonia alla Casa del Mantegna. Il ringraziamento del prefetto Cincarilli La testimonianza: «La guerra? Perfino la parola stessa sarebbe da abolire»

Noemi Eleonora Biagi
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MANTOVA. Dodici medaglie della Liberazione sono state consegnate ai partigiani mantovani. Incisa nel metallo, come immagine simbolica, una grata che chiude le fosse ardeatine di Roma. La celebrazione, il primo tra gli eventi in programma per ricordare il settantunesimo anniversario della data del 25 Aprile, si è svolta ieri 23 aprile alla Casa del Mantegna. Presenti, oltre a coloro che si sono battuti valorosamente per la fine della seconda guerra mondiale e i loro parenti, anche le autorità, tra le quali il questore, il delegato della provincia, il quarto reggimento artiglieri di Peschiera, i comandanti dei carabinieri, dei vigili del fuoco, del corpo forestale, della polizia locale, e il prefetto Carla Cincarilli, che ha aperto la commemorazione: «Quello che riunendoci qui stamattina ricordiamo può benissimo essere inserito anche nel contesto di Mantova capitale 2016. Essere liberi, infatti, porta alla cultura. Inoltre la presenza e l'esperienza di coloro che si sono battuti per la libertà permette anche a noi qui oggi di fare cultura».

Una volta terminati i discorsi si è passati alla consegna delle medaglie, che ogni insignito si è recato a ritirare dalle mani del prefetto insieme al sindaco del paese in cui risiede. Da Motteggiana è arrivato Angelo Moretti, partigiano nel basso mantovano dalla fine del '44. Di Suzzara sono invece Remo Agostinini, partigiano nella provincia di Reggio Emilia, Ezio Zanini, deceduto, Guido Iemmi, partigiano già all'età di diciotto anni, Ilbe Messori e Enzo Terzi, deceduto il mese scorso ma per il quale il figlio era presente a ritirare l'onorificenza.

Di Suzzara è anche Franco Binacchi, militare, ma che una volta scioltosi l'esercito nel '43 è diventato partigiano e che ringrazia della medaglia consegnatagli lasciando una semplice ma diretta riflessione: «Dopo quello che ho visto e vissuto in quegli anni terribili e abominevoli, non riesco a capire come sia possibile che ancora oggi delle persone con del cervello possano pensare alla parola guerra. Quella è una parola che dovrebbe essere abolita dalla faccia della terra. Mi dispiace molto vedere che oggi non ci sono tanti giovani. La loro presenza sarebbe importante, così da poter passare la nostra testimonianza a loro».

Hanno poi ritirato il dono simbolico Carlo Cattani di Marcaria, partigiano in Jugoslavia, Ulderico Giavarotti di Sustinente, militare a Cefalonia e Ippolito Montecchi di Piubega. I partigiani di Mantova che sono stati accompagnati dal presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti sono invece l'onorevole Renato Sandri, partigiano prima nel Veneto e poi a Milano, e Giuseppe Zanini, partigiano nell'altopiano di Asiago e nelle provincie di Mantova, Cremona e Bologna.

 

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