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Via alle riprese per il film su Tazio Nuvolari

Il Carmelino diventa un set. Al lavoro il regista Zangardi e Alessandro Haber. Ciak anche a Castel d’Ario e in viale Piave

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MANTOVA. Gran movimento nella mattinata di sabato 7 maggio all'incrocio di via Giulio Romano con via Mazzini. Cineprese pronte all'azione. Fermi tutti: «Lasciate passare l'autobus!». Il Bancole-Sgarzari è d'intralcio, ciak non si gira. «Signora, lì non può parcheggiare!». Alcuni ragazzini appena usciti da scuola passano di corsa impedendo le riprese. Azione. No. Stavolta l'ingombro è un pedone. Poi un ciclista. «Vada via, lì non può stare!». Il vigile urbano alza la paletta. Il traffico si ferma e finalmente Alessandro Haber insieme al nipotino può entrare religiosamente nel Museo Tazio Nuvolari, già chiesa del Carmelino, togliendosi il cappello.

Siamo nel luogo consacrato al dio delle bielle, dei pistoni, delle marmitte, dell'acceleratore e dei cofani. Era la Mille Miglia 1948 quando a Gualdo Tadino, in Umbria, Tazio dovette sbarazzarsi del cofano della sua 166 SC che non si chiudeva per correre a motore scoperto. Il vecchio campione, 56 anni compiuti e già malato di polmoni minati da fumi e vapori di carburanti, era un fulmine a 125 chilometri all'ora quando altri problemi meccanici lo costrinsero al ritiro. O meglio, a strapparlo dal sedile del suo bolide fu il grande Enzo Ferrari dal momento che Nivola avrebbe continuato a sfrecciare come un pazzo senza parafanghi e anche senza ruote perché tanto lui volava.

Nel film "Quando corre Nuvolari" - sugli schermi la prossima primavera, regia di Tonino Zangardi con produzione Format di Mauro Venditti - a interpretare il mantovano volante è l'attore anglo-italiano Brutius Serby; la parte della moglie di Tazio, Carolina, è di Linda Messerklinger, mentre Haber è il ragazzino che nel 1948 trovò il cofano abbandonato e lo nascose in un fienile e che, trascorsi quasi 70 anni e ormai nonno, arriva a Mantova con il nipotino per riportare la reliquia nella chiesa che accoglie il museo.

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Dove, sabato mattina, c'erano il vicesindaco Giovanni Buvoli, felice che Nuvolari rappresenti per Mantova un importante aspetto della cultura (un'icona, come Virgilio e i Gonzaga), Giancarlo Pascal presidente del Museo, Francesca Andreatta per Mantova Film Commission (che ha portato a Mantova 33 film, con una ricaduta economica di quattro milioni di euro) e Graziano Mangoni, direttore Fondazione Bam, soddisfatto che la produzione del film - la troupe, le comparse ecc. - lasci sul nostro territorio 500 o forse 600 mila euro. Il regista Zangardi (ha appena concluso il film "My father Jack", a Mantova nelle sale di Paolo Protti da domenica 22) gira dentro il museo. Sono previsti ciak a Castel d'Ario nella casa natale e nella Ronchesana dove Tazio visse fino a 18 anni, e anche nella casa di viale Piave, a Mantova, dove il campione abitò.

Un cenno a Padre Pio che nel 1951, a San Giovanni Rotondo, dedicò a Nuvolari un pomeriggio intero. Due anni dopo, alla vigilia della morte del marito, Carolina fu testimone della "miracolosa bilocazione" di Padre Pio che, in cappuccio e con le stigmate, stava accanto al letto di Tazio moribondo e lo benediceva con l'aspersorio. Finite le riprese dentro il Museo, ecco in via Mazzini il Confortatorio: davanti alla chiesa di Santa Teresa c'è il buffet per la troupe e per qualche ospite occasionale di passaggio, con panini e insalate di Natalino, il Salumaio di Belfiore.

Gilberto Scuderi

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