Mantova, i cento anni della Maffioli
La storica ditta di onoranze funebri iniziò l’attività con la lattoneria e l’idraulica: «Punto di riferimento per chi vive un lutto». E presto aprirà una casa funeraria
MANTOVA. Da lattoneria a leader nel campo delle onoranze funebri, con una storia di quasi duecento anni di cui la metà trascorsi esclusivamente dedicandosi all'attività strettamente legata all'organizzazione di funerali.
Maffioli srl ha spento il 22 maggio le sue prime cento candeline e Roberta Maffioli ripercorre le tappe che hanno portato l'azienda ad essere una delle più conosciute sul territorio, senza nascondere gli effetti della crisi, e racconta l'importanza del lato umano del lavoro che si trova ogni giorno a svolgere, fatto di rapporti con le persone che hanno perso un proprio caro e che in quel momento, uno dei più delicati perché quando si parla di morte nulla è semplice, non vanno lasciate sole.
Presto aprirà le porte un nuovo servizio: la Casa funeraria Maffioli, una camera mortuaria privata.
La ditta, storica realtà mantovana, nasce come lattoneria ed idraulica nel 1821 con Raimondo Maffioli. «Successivamente l'attività fu trasferita al figlio Carlo - racconta la proprietaria - Dal 1911 iniziò a costruire cofani funebri zincati in laboratorio e ad effettuare anche il trasporto funebre, guadagnandosi la medaglia d'oro al valore durante la prima guerra mondiale dopo che si era recato personalmente al fronte per recuperare i soldati caduti in battaglia».
Nel 1916 l'attività diventa esclusivamente di costruzione e trasporti funebri. Alla scomparsa di Carlo subentrano i figli Enrico e Giuseppe e nel 1965 il figlio di Enrico, Enzo Maffioli, costruisce una fabbrica a Levata.
Nel 1999, con la morte di Enzo, è Roberta a prendere in mano l'azienda, ampliando il ramo commerciale di fiori e dell’attività lapidea, aprendo altre agenzie a Mantova, Marmirolo, Porto Mantovano, San Giorgio e Borgo Virgilio. Per Roberta Maffioli non si tratta solo di lavoro, ma di una parte di vita quotidiana. «È difficile parlare di morte - dice - ma è una cosa con cui ci dobbiamo confrontare e io qua ci sono nata, scorrazzavo fin da bambina in mezzo alle casse in costruzione e quando è morto mio papà mi sono trovata da sola. Vivo l'attività con sentimento, perché è un lavoro che bisogna fare con la consapevolezza del proprio ruolo, che ti porta ad essere punto di riferimento per chi sta vivendo un lutto e spesso va in confusione. Mi trovo vicina alla gente, è un lavoro molto umano e penso che una donna, con la propria sensibilità, possa farlo ancora meglio».
I clienti vengono seguiti e affiancati nel percorso successivo al funerale. «Il dopo è importante, con qualunque aiuto io possa dare per alleviare il dolore. Essere capaci, sensibili, attenti e scrupolosi è ciò che fa la differenza».
E la crisi? «L’abbiamo sentita anche noi – risponde – perché la mortalità è calata, la concorrenza è aumentata e sono sempre più anche gli utenti che vogliono risparmiare, che non riescono a pagare o che chiedono rateizzazioni».
La sede di Levata ospiterà la “Casa funeraria Maffioli”, «dove si potrà far visita ai propri cari in una struttura confortevole, con orari elastici per consentire la sosta di familiari e amici in ogni momento». Sarà gestita anche dal figlio Davide e dalla sorella Barbara «perché la forza di questa antica attività, arrivata alla sesta generazione, deriva dalla conduzione familiare con collaboratori storici e affezionati che hanno sempre contribuito alla crescita e al prestigio della ditta».
Elena Caracciolo
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