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Freno alle slot: la spunta il Comune, l'ordinanza sulle fasce orarie è ok

Il Consiglio di Stato boccia il ricorso del Bingo: per la società sospensione in vista

Igor Cipollina
1 minuto di lettura

MANTOVA. Avanti con la compressione dell’azzardo legalizzato, con il tentativo di mettere la punteggiatura al ronzio delle slot: il Consiglio di Stato promuove l’ordinanza del Comune che zittisce le macchinette nelle ore centrali della giornata, autorizzando il “gioco” solo dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23, e boccia il ricorso della società Invest Gaming, che gestisce il Bingo di via Acerbi. Con conseguenze robuste sia sul piano politico sia su quello amministrativo.

La società ricorrente, infatti, era già stata sorpresa quattro volte con le macchinette accese in orari proibiti ma, in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, il Comune aveva congelato la sospensione dell’attività da 1 a 5 giorni, prevista in caso di recidiva (oltre la sanzione dai 25 ai 500 euro). Sospensione dettata dalla prudenza, per non dover poi risarcire i danni nel caso in cui il ricorso fosse stato accolto. «Dovremo riprendere in mano la situazione del Bingo» si limitano a dire in via Roma, in attesa di leggere con più attenzione la sentenza.

Sentenza articolata, quella del Consiglio di Stato, che smonta punto per punto le obiezioni della società, giudicando l’appello «infondato». Adottata dall’allora sindaco Sodano nel marzo 2015, secondo i giudici l’ordinanza non viola il regolamento comunale né le «garanzie procedimentali partecipative di cui alla legge 241 del 1990», i presupposti per l’adozione del provvedimento restano solidi, e non è corretto sostenere che la rimodulazione degli orari sia inefficace a contrastare la ludopatia. Posto che l’obiettivo è disincentivare e non cancellare.

Tra le sue argomentazioni, segnala Invest Gaming che basta spostarsi nei Comuni vicini per aggirare il divieto. «Non è vero – interviene l’assessore al Welfare, Andrea Caprini – le stesse fasce sono state adottate da San Giorgio, Marmirolo e Bagnolo. Ed è mia intenzione sollecitare una linea condivisa in tutti i Comuni del distretto. Le ordinanze non risolvono il problema, ma contrastano la moltiplicazione incontrollata della possibilità di accedere al gioco». E ben venga la mozione delle opposizioni in consiglio comunale – aggiunge Caprini – che testimonia attenzione. Sulla stessa linea d’onda Giusi Nosè del coordinamento No Slot: «Perché non sia una vittoria di Pirro serve strutturare alleanze con i Comuni del distretto per arginare il fenomeno del pendolarismo dei “giocatori”». L’appello è soprattutto per i Borgo Virgilio, Curtatone e Roncoferraro che stanno portando a conclusione il progetto “A che gioco giochiamo?”.

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