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Niente maestre in mensa. La sorveglianza si pagherà

Dal prossimo anno le elementari assumeranno un educatore esterno. Agli alunni della settimana breve chiesto un contributo annuo di sessanta euro

Elena Caracciolo
1 minuto di lettura

PORTO MANTOVANO. Con il prossimo anno scolastico, per le classi della settimana breve delle scuole elementari di Porto Mantovano, la sorveglianza del servizio mensa verrà svolta da un educatore esterno e sarà a pagamento per sessanta euro all'anno a famiglia. Una scelta, quella comunicata dal Consiglio d’istituto e dovuta all'impossibilità del corpo docente di effettuare sia l'attività frontale che le ore dei pasti, che ha però creato qualche malcontento.

Alcune famiglie si sono lamentate, mentre l'assessore all'istruzione Nadia Albertoni invita mamme e papà al rispetto dei toni «perché la decisione è stata presa durante una riunione tra rappresentanti dei genitori, che hanno considerato la cosa fattibile, ed io ho dato la mia disponibilità al dialogo», e la dirigente Maria Cristina Accordi sottolinea che la mensa, per la formula della settimana breve con due rientri, non è un servizio obbligatorio. La novità riguarderà cinque classi dell'istituto di Soave, altre cinque di Bancole ed una di Sant'Antonio, ed è stata annunciata dalla commissione del consiglio tramite una lettera.

«Si comunica che l'organico assegnato per il prossimo anno scolastico non consente la possibilità che un’insegnante possa effettuare servizio di sorveglianza in mensa - si legge nell'avviso - pertanto si rende noto che tale funzione verrà svolta, come già accaduto nel plesso di Bancole, da personale educativo pagato dai genitori con una spesa complessiva annua per alunno di circa sessanta euro. Si precisa che il modulo scelto è di trenta ore di insegnamento come le altri classi ad orario antimeridiano, le ore di mensa costituiscono un'offerta aggiuntiva non obbligatoria». La dirigente chiarisce che la priorità è stata data al non diminuire l'attività didattica. «Ricordo che la mensa non è obbligatoria, che il Piano dell'offerta formativa prevede le trenta ore e che il Consiglio ha voluto mantenerle, scelta di valore didattico e culturale. Se un'insegnante fa la sorveglianza della mensa non può allo stesso tempo coprire per intero l'attività frontale, quindi la soluzione trovata è stata quella di un educatore esterno».

L'amministrazione ha seguito l'evolversi della situazione. «In tanti chiedono la settimana senza il sabato - dichiara Albertoni - e i sessanta euro all’anno sono stati considerati accettabili. Mi spiace aver saputo di toni brutti da parte di alcuni genitori, non so se rivolti all'amministrazione o alla scuola, ma la responsabilità non è né di una né dell'altra e in ogni caso esiste il dialogo. Vorrei inoltre evidenziare che il Comune si trova ogni anno ad accollarsi le morosità della mensa».

 

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