Profughi, posti esauriti nel Mantovano
Ora serve un altro bando. Gli ultimi 50 eritrei arrivati sono già stati sistemati nelle strutture di accoglienza. In totale i richiedenti protezione internazionale ospitati nel Mantovano sono 800
di Sandro Mortari
MANTOVA. L’emergenza immigrati non accenna a placarsi. Altri cinquanta profughi sono arrivati sabato 2 luglio nel pomeriggio a Mantova e, dopo una prima accoglienza, lunedì 4 la prefettura li ha smistati nelle ultime strutture disponibili in giro per la provincia.
Posti esauriti. Con questi nuovi arrivi i posti assegnati con l’ultima gara bandita nel dicembre dello scorso anno sono pressoché esauriti. D’ora in poi, se la prefettura non ne indirà un’altra, non si potranno più accogliere le persone richiedenti protezione internazionale. Ad oggi i profughi ospitati nel Mantovano da associazioni, cooperative sociali e privati (in tutto dodici) che hanno partecipato ai vari bandi emanati dal 2014 sono circa 800 e, data la mancanza di posti letto a disposizione, non potrebbero aumentare. Solo in teoria, però. L’emergenza sbarchi non accenna a rientrare e le navi della Marina Militare continuano a salvare, giustamente, migliaia di persone dalla morte certa in mare. Questo costringe tutt’Italia a mobilitarsi per accoglierle.
Lo smistamento. Il 2 luglio pomeriggio, come detto, cinquanta profughi sono arrivati a Mantova. Si sa soltanto che sono tutti di nazionalità eritrea. Tutti giovani, tra cui alcuni nuclei familiari (non è chiaro se con bambini o meno al seguito). Sono stati visti davanti alla Questura, ma non si sa dove siano stati alloggiati. La prefettura mantiene il più stretto riserbo circa la loro provenienza e destinazione finale. Il 4 luglio si è saputo che è stato deciso il loro smistamento sul territorio provinciale in ragione dei posti disponibili, ma nulla è stato rivelato sui luoghi. Si vuole evitare di mettere in allarme la popolazione, ma forse la strada scelta su indicazione del Ministero dell’Interno non è quella giusta per placare eventuali malumori più o meno sotterranei delle comunità interessate.
Nuovi bandi. I posti assegnati con l’ultimo bando (circa 200 quelli reperiti) sono stati esauriti con quest’ultima ondata di richiedenti asilo, ma è impensabile che il Mantovano non ne accolga più. La prefettura, a metà giugno, assicurava che non era imminente l’emanazione di un altro bando per trovare altre strutture di accoglienza; la provincia di Mantova, secondo gli accordi tra Regioni e Stato, dovrebbe ospitare poco più del 4% dei profughi destinati alla Lombardia; il problema è che il numero di arrivi a Milano, dove c’è il centro di prima accoglienza da cui poi i profughi vengono smistati nei vari capoluoghi lombardi, è in costante aumento. E proprio da Milano sono arrivati gli ultimi i 50 richiedenti asilo, salvati dalle navi militari al largo delle coste libiche e poi sbarcati in Sicilia.
L’Anticorruzione. A proposito di nuovi bandi, la prefettura, con una circolare, ha comunicato che d’ora in poi potranno partecipare alle gare solo le imprese che si saranno preventivamente iscritte al servizio informatizzato dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici denominato Avcpass, che verificherà direttamente online i requisiti di partecipazione per essere, poi, inserite nella banca dati nazionale dei contratti pubblici. È la procedura sollecitata direttamente dall’Autorità nazionale anticorruzione e ribadita dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, a cui si era rivolta la prefettura di Mantova dopo che fino a quel momento erano stati i suoi uffici ad effettuare tutti i controlli pretesi dall’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. L’assistenza ai profughi, in giro per l’Italia, ha provocato ruberie e scandali che il Viminale e, quindi, le prefetture vogliono combattere con regole di affidamento dei servizi di accoglienza sempre più rigide.
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