Febbre del Nilo: donazioni di sangue solo dopo il test
Istruzioni dell’Istituto superiore di sanità per la prevenzione. Stop per 28 giorni a chi ha soggiornato una notte a Mantova
MANTOVA. Un test per le donazioni di sangue per i mantovani: la colpa è del West Nile virus, ovvero la “febbre del Nilo”. L’Istituto superiore di sanità ha infatti diffuso una nota che ufficializza la misura precauzionale (temporanea) per evitare la diffusione. «A seguito del riscontro - si legge nella nota dell’Istituto superiore di sanità - di un pool di zanzare positivo al virus nel comune di San Benedetto Po, confermato dall’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, la Struttura regionale di coordinamento delle attività trasfusionali dispone l’introduzione del test per il virus sulle donazioni di sangue ed emocomponenti».
Intanto, però, arriva lo stop di 28 giorni per «i donatori che abbiano soggiornato anche solo una notte nella provincia di Mantova». «Ai fini dell’esportazione di unità di sangue cordonale a uso personale in banche estere - prosegue la disposizione dell’Istituto - si raccomanda che l’autorizzazione sia rilasciata previa adeguata informazione della madre sulla necessità che il sangue sia sottoposto a test.
La modalità principale di trasmissione del virus del Nilo occidentale è rappresentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Tra queste, in particolare, riveste un ruolo primario il genere Culex, quello comunissimo in tutto il Mantovano. Ovviamente tutti i fattori che favoriscono la proliferazione delle zanzare, come ad esempio le piogge abbondanti, le irrigazioni dei terreni agricoli o condizioni climatiche con temperature alte, determinano un importante aumento del numero dei casi di contagio.
Gli uccelli giocano un ruolo cruciale nella disseminazione del virus essendo l'animale più comunemente infettato e rappresentando il primo serbatoio. Proprio gli uccelli migratori permettono lo spostamento del virus dall'Africa. Le zanzare, pungendo gli uccelli migratori, asportano sangue infetto, infettano se stesse e quindi ogni altro animale, uomo compreso, di cui assumono il sangue successivamente. Il West Nile virus è stato trovato an che in varie specie di zecche. Bisogna comunque tenere presente che non tutte le specie animali, così come non tutte le specie di uccelli, sono in grado di sviluppare nel sangue concentrazione virali sufficienti per poter trasmettere la malattia alle zanzare infettandole. In Italia è in vigore dal 2008 una ordinanza del ministero della Salute che dà il via ad un piano di sorveglianza straordinaria. Il virus del Nilo è stato infatti dichiarato endemico nel nostro Paese dalle autorità sanitarie. Con il piano di sorveglianza straordinaria si intensificano le misure straordinarie di sorveglianza «finalizzate alla cognizione dell'espansione del fenomeno».
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