In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

I mantovani escono dalla Popolare

Dimissioni e vendita delle azioni per Carlo Zanetti (14%) , Michele Colaninno (15%) e Sergio Corneliani (2%)

di Enrico Comaschi
2 minuti di lettura

MANTOVA. La Popolare di Mantova resta senza mantovani. Nel pomeriggio di ieri Carlo Zanetti (la quota di famiglia era del 14%), Michele Colaninno (la quota di famiglia era del 15%) e Sergio Corneliani (quota di famiglia del 2%) hanno lasciato il consiglio di amministrazione e venduto le loro quote. Lo ha comunicato lo stesso istituto, controllato dalla Popolare Milano. «Anche ai fini del processo di razionalizzazione del gruppo Bpm e nel contesto del percorso avviato in relazione al progetto di fusione fra Bpm e il gruppo Banco Popolare - si legge nella nota - la capogruppo Popolare di Milano ha concordato con i maggiori azionisti di minoranza della Popolare di Mantova l’acquisto delle relative partecipazioni di minoranza, complessivamente rappresentanti circa il 30% del capitale sociale. Nell’ambito di tale operazione, di comune accordo fra le parti, gli esponenti espressione dei soci di minoranza (ossia il presidente Carlo Zanetti, il vice presidente Michele Colaninno, il consigliere Sergio Corneliani, il presidente del collegio sindacale Daniele Girelli e il sindaco supplente Alberto Almerighi) hanno quindi rassegnato le dimissioni dagli organi sociali della banca».

[[(gele.Finegil.Image2014v1) Mantova]]

E’ stato un divorzio sereno, senza strappi. E soprattutto inevitabile. Zanetti, Colaninno e Corneliani hanno garantito pieno sostegno alla prospettata operazione di aggregazione fra il Bpm e il Banco Popolare «quale opportunità per il rafforzamento del gruppo e per la crescita delle potenzialità del territorio mantovano. L’uscita dalla governance, testimonianza di sentita responsabilità nei confronti di Bpm e dei suoi stakeholder, trova fondamento nell’auspicio che ciò possa comportare semplificazioni per il processo di aggregazione fra i citati due gruppi bancari».

[[(gele.Finegil.Image2014v1) Mantova]]

La Banca Popolare di Mantova era nata dalle ceneri dalla Popolare di Pescopagano su iniziativa della Popolare di Lodi, che nel 2000 voleva dare una risposta localistica alla vendita della Banca Agricola Mantovana al Monte dei Paschi, perfezionata all’inizio del 1999 con il sì dei soci.

«La fusione fra Popolare di Milano e Banco Popolare porterà a cambiamenti - è il commento del direttore generale Annibale Ottolina - ma il nostro brand resterà e resterà la vocazione della Popolare di Mantova. Non c’è niente da temere».

[[(gele.Finegil.Image2014v1) Mantova]]

«E’ stata una splendida esperienza - commenta Zanetti - che si chiude dopo 15 anni, anni in cui abbiamo lavorato bene facendo crescere l’istituto grazie alle settanta persone che ci lavorano. Avevo iniziato questa avventura dopo la vendita della Bam, di slancio, visto che la mia famiglia era favorevole all’idea di avere una banca locale di fiducia. Ora continueremo a sostenere la Popolare di Mantova».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Nel 2016 l’istituto torna in utile. In crescita la raccolta diretta]]

Banca Popolare di Mantova e Banca Popolare di Milano «esprimono sentiti ringraziamenti agli esponenti dimissionari per il lavoro svolto in questi anni e per la disponibilità manifestata a sostegno della citata operazione di aggregazione».

I commenti dei lettori