Quegli anni a Gazoldo di Carla Fracci
La grande ballerina sabato compie 80 anni: la vita da sfollata nel Mantovano
di Renzo Dall'AraGAZOLDO. Ancora e sempre etoile in Shèhèrazade alla Versiliana 2016, continuando ad essere “Duse dalla danza” o “Callas del balletto”, ma sabato sarà solo Carla Fracci a festeggiare in famiglia il suo 80° compleanno. A Gazoldo è stata affettuosamente sisarì, sarebbe a dire un cece, una cosetta piccola e sgusciante e tanti così la ricordano. Nel paese degli Ippoliti Carla (per l’anagrafe Carolina) era sfollata da Milano per sfuggire ai bombardamenti, accolta con la mamma Santa Rocca e la sorella Marisa in casa della zia Erminia alla Ca’ Rigata, una corte all’ingresso dell’abitato, arrivando da Mantova. Papà Luigi, richiamato alle armi, era dato per disperso sul fronte russo. Prima erano state a Volongo, dove abitava la nonna materna. La Carolina arrivava giusto in tempo per essere iscritta alla prima elementare, il 23 febbraio, anno scolastico 1942-43: nella classe mista, l’insegnante Antonia Ciubei Pacchielli, friulana di Tolmino, doveva badare a 42 tra scolari e scolare.
I ricordi, le sensazioni di quegli anni sono sempre profondamente impressi nella memoria di Carla Fracci, tanto da riapparire, ad ogni intervista: «La cosa più bella che mi è rimasta in mente è che sulla strada per andare a scuola c’era una casa con un giardino stupendo. Io entrai per cogliere delle viole, quelle grosse e portarle alla maestra, che peraltro non conoscevo. Quel giardino mi affascinava, mi ci fermai parecchie volte. Chissà, forse i padroni mi avranno anche vista e mi avranno lasciato fare». La maestra doveva precisare, sul registro, la condizione della famiglia: su 15 bambine, solo per tre era “discreta”, per tutte le altre “povera”, mentre Fracci Carolina risultava semplicemente “sfollata”, insieme con un’altra milanese, Ferrari Maria.
Chi erano le compagne di scuola, per la gran parte ritrovate poi con il passaggio alla seconda classe? Baldassari Edda, Bettini Bruna, Carra Bruna, Cavazzini Anna, Desiderati Lina, De Stefani Marcella, Ettori Oriele, Farina Fiorina, Ferrari Maria, Frullini Maria, Garbossa Giovanna, Lodi Teodolinda, Massarotto Virginia, Merlo Virginia, Nestori Marisa, Robba Elena, Rossetti Bruna, Sordelli Ebe, Tia Bruna,Tognato Rosina, Tommasi Anna, Volpi Anna.
Carolina imparava a leggere, scrivere (“in bella scrittura”) e far di conto ma anche, come prescriveva il programma didattico, “coltivazione dei fiori in vaso, preparazione di mangime per polli e conigli, primi esercizi di cucito e di maglia (la scapinella)”. Scapinella era il piede della calza.
Insieme con tutte le coetanee, anche Fracci Carolina andava “a dottrina”, per prepararsi alla Prima Comunione, ricevuta nella primavera del 1944 dal parroco, don Gaetano Prati. Nonostante le difficoltà del momento, nessuna famiglia rinunciava all’abitino bianco lungo, con il velo di tulle. Nell’estate del ’44 la gioia per il ritorno del soldato papà Luigi: la famiglia si ricomponeva nuovamente a Milano..
«Dovevano passare 35 anni prima che rivedessimo Carla Fracci - ricorda Nanni Rossi, protagonista e depositario di tanta storia gazoldese - era sabato 6 ottobre 1979. Sarebbe tornata ancora domenica 17 giugno 2007, madrina della Fiera della Postumia».
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