Emergenza Martelli: lo stadio del Mantova è in abbandono
Distinti chiusi, tribuna in condizioni impresentabili. I tifosi si arrabbiano, intanto il Comune promette interventi a breve
di Enrico ComaschiMANTOVA. L’estate del Mantova calcio è stata un grumo di incertezze ed inquietudini. Un’estate di troppe ombre, l’ennesima: un fiume carsico che sembra non voler riemergere mai. Su una sponda della secca che nemmeno tanto tempo fa era un orgoglioso corso d’acqua ci sono questioni societarie astruse, spesso incomprensibili, animate da marchingegni che sbeffeggiano l’intelligenza e fiaccano la resistenza del buonsenso.
Sull’altra sponda, però, c’è lo slancio dei tanti tifosi biancorossi che non hanno mai abbandonato la loro squadra. Una squadra passata dalla C2 alla serie B, per poi tornare indietro, mantenendo sempre la sua aura gloriosa.
E c’è lo stadio, il Martelli, ridotto veramente male. Distinti chiusi, quest’anno: ma il resto? Per il resto basta dare un’occhiata: le parole che vengono in mente per prime sono degrado e abbandono. E i tifosi si arrabbiano, e hanno ragione: lo stadio comunale è il teatro della loro passione, e chiedono che siano rispettati almeno canoni minimi di decenza.
Non potendo far parlare tutti i tifosi biancorossi, ecco che a rappresentare il sentimento comune è un tifoso particolare, Giovanni Francesio, che su calcio, tifosi e stadi ha scritto due libri (“Tifare contro. Una storia degli ultras italiani”, Sperling & Kupfer, e “A porte chiuse. Gli ultimi giorni del calcio italiano” con Lorenzo Contucci, Sperling & Kupfer). Sulla sua pagina Facebook, Francesio ha lanciato un grido di accusa e di dolore: «Fa bene il sindaco a preoccuparsi della situazione societaria, ma farebbe ancora meglio a preoccuparsi della situazione, davvero offensiva per tutti i cittadini, non solo i tifosi, del Martelli, sul quale campeggia – irridente e autolesionista - lo striscione “Città di Mantova”. Sporco, ruggine, muffa, senso di totale abbandono. E parliamo della tribuna, figuriamoci il resto (per i distinti si è risolto il problema alla radice, chiudendoli). Al momento, l’estate è passata senza che sia stata data non si dice una mano di bianco, ma una ramazzata. Per cui è inutile parlare di società, progetti, futuro. A un impianto dilettantesco, corrisponderà sempre una squadra dilettantesca. Di chi è lo stadio? Chi se ne deve occupare? C’è un’idea di che cosa si vuol fare?».
Una prima, parziale risposta arriva dall’assessore ai lavori pubblici Nicola Martinelli: «Degli 800mila euro messi da parte lo scorso anno per gli impianti sportivi, 40mila sono destinati allo stadio. Un intervento è già stato fatto: la sistemazione del controsoffitto del Mantova Point. Ora i tecnici del Comune stanno studiando la situazione e a breve decideranno come spendere i soldi che restano». Basterà?
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