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Arriva l’home restaurant. Ed è subito alzata di scudi

Tra gli eventi collaterali della kermesse: dal 7 all’11 si mangia in case private. Protesta Fipe Confcommercio: «Per noi regole severe e per loro nulla»

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MANTOVA. Arriva il Festivaletteratura, la città si riempie e negli stessi giorni (proprio dal 7 all’11 settembre) sbarca in città il «Mantova home restaurant festival». Destinato a far concorrenza ai ristoranti di città e provincia, l’appuntamento, peraltro segnalato tra gli eventi collaterali di Festivaletteratura, non piace alla federazione pubblici esercizi (Fipe) di Confcommercio. «E’ un fenomeno - osserva il direttore di Confcommercio Nicola Dal Dosso - che vede le case private aprirsi per pranzi, cene o aperitivi dietro il pagamento di un corrispettivo economico, fino a costituire un canale parallelo di somministrazione di alimenti e bevande fuori da ogni regola, e dunque una vera e propria distorsione del mercato ».

Nella vicina Parma, dove questo particolare festival è nato «grazie all'azione di Fipe - aggiunge - il problema si è posto all'attenzione pubblica e anche a livello nazionale la federazione sta portando avanti un'azione forte». E’ di gennaio l'audizione alla Camera, dove sono stati presentati quattro disegni di legge in materia. «Il punto centrale è che gli home restaurant - prosegue Dal Dosso - sono delle vere e proprie attività imprenditoriali che continuano ad operare indisturbate senza sottostare alle severe regole in materia di igiene, pubblica sicurezza, contributiva e fiscale che invece i pubblici esercizi devono rispettare».

Fipe pone l’accento soprattutto sulla sicurezza sanitaria: «In mancanza di controlli preventivi e di idoneità, l'home restaurant è da considerarsi un luogo a rischio per il cliente» sostiene la federazione ricorda che la maggior parte delle tossinfezioni alimentari denunciate in Italia deriva dall'ambito domestico. «A questo si aggiunge la mancanza di una regolamentazione specifica sulla somministrazione e il consumo di alcolici e il divieto di fumo: dati confermati da controlli dei Nas che hanno portato a pesanti sanzioni per home restaurant, in particolare in Abruzzo e Piemonte».

Da Confcommercio ricordano quindi quali sono i requisiti indispensabili per ogni attività di somministrazione di cibi e bevande «cui attualmente gli home restaurant non ottemperano - sostiene l’associazione - grazie all'attuale vuoto normativo».

Si parte dai requisiti per l'apertura di un locale (autorizzazione alla somministrazione; comunicazione alla Questura in caso di circoli privati), per proseguire con quelli igienico-sanitari (comunicazione all’azienda sanitaria locale, piano di “autocontrollo alimentare”; formazione igienico-sanitaria degli operatori; tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti; divieto di fumo). Per la diffusione di musica e immagini serve poi l’abbonamento speciale Rai per tv o musica così come i versamenti per diritti di autore.

Le disposizioni fiscali e del lavoro prevedono inoltre l’iscrizione alla Camera di Commercio, la licenza fiscale per la vendita di prodotti alcolici, l’iscrizione del titolare all’Inps nonché la regolarizzazione dei lavoratori. Infine non mancano disposizioni urbanistiche e tecniche per la destinazione d’uso degli edifici, la conformità degli impianti elettrici, l’installazione di impianti specifici per la conservazione degli alimenti, la predisposizione di cucine a norma e l’idoneità sanitaria delle attrezzature utilizzate.

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