Foer: «Racconto l’importanza delle piccole cose»
Folla per l’autore che ribadisce il suo legame con Mantova. E ripercorre l’ultimo romanzo già definito un “capolavoro”
di Cristina del PianoMANTOVA. Un serpentone umano già fuori dalla piazza per l'atteso ritorno alla narrativa di Jonathan Safran Foer. Undici anni dopo il suo fortunatissimo Molto forte incredibilmente vicino e a otto da quell'incontro sull'identità e la ricerca delle proprie radici che lo vide protagonista a Mantova. Evento che gli è rimasto nel cuore, come ha ricordato a Torino all'apertura del suo tour europeo, e di nuovo ha ribadito sabato 3 settembre: «Lo ricordo come un momento speciale della mia vita. Unica imperfezione? ...I ciottoli se si deve spingere un passeggino. Spero di tornare... magari fino a quando sarò in carrozzina e mi lamenterò ancora» dice ridendo. E un pezzo di Mantova è anche nella foto che gli scattò un lettore al festival utilizzata poi per Se niente importa.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) «Spero che vinca Hillary. Trump non deve farcela»]]
Camicia beige e jeans, l’autore sorride tra gli applausi. Quasi a dire “Here I am”... “Eccomi”, titolo del suo ultimo libro che invece si riferisce al versetto 22 del libro della Genesi, quando Dio mette alla prova Abramo e gli ordina il sacrificio del figlio Isacco. E in quell'accettazione del patriarca si coglie più di un riferimento. “Eccomi” come piena adesione, l’esserci insomma per l'altro. Un romanzo accolto con entusiasmo anche dalla critica (è stato già definito un capolavoro) e che ieri l'autore ha ripercorso insieme a Marcello Fois. Una famiglia ebrea americana, la crisi della coppia, gli equilibri che si incrinano, i figli, la quotidianità dei piccoli gesti e gli scenari drammatici come un terremoto in Israele e il conflitto. «In questo romanzo - spiega Foer - si presta più attenzione ai dettagli della vita. E’un libro domestico, lento, paziente nel modo in cui descrivo come scorrono i giorni. Ci sono le conversazioni di quando ci si lava denti, si fa colazione o si sparecchia la tavola».
Festivaletteratura 2016, l'intervista a Safran Foer: "Speriamo vinca Hillary"
Una delle questioni centrali del romanzo è cosa ci rende felici. «E la risposta - commenta - dipende da cosa intendiamo con questo termine. Per alcuni è tutto cio che non si riesce ad avere». E anche i protagonisti del libro si confrontano con questo tema. «Anche se il titolo è “Eccomi” - sottolinea Foer - in qualche modo i personaggi sono spesso assenti, come la madre architetto che passa il tempo a disegnare case da sogno in cui non vivrà mai». Persone che per Foer non agiscono mai in tempo, non si rendono conto delle priorità, dell’amore che nutrono per qualcuno, se non quando ormai è troppo tardi. «La maggior parte di noi non coglie alcuni aspetti importanti finché non viene scosso dalla vita - aggiunge - e a quel punto realizza che l’esistenza ha una fine. Spesso pensiamo che dovremmo fare altre cose ma viviamo nel mondo reale e la vita è preziosa proprio perché ha un limite». Aspetto che ci riporta alla realtà e fa capire a volte la necessità di scendere a patti e trovare compromessi. Come definire questo libro? «Rispetto ai precedenti ha raggiunto l’equilibrio tra scrittura e intrattenimento - conclude - Detto questo... spero sia il mio libro più divertente».
I commenti dei lettori