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Arcipelago Ocno pronto per il varo

Allestimento alle battute finali. In programma tre tipi di iniziative: tour, didattica e spettacoli con il pubblico a bordo

di Monica Viviani
2 minuti di lettura

MANTOVA. Cambiare prospettiva, riappropriarsi del cuore liquido di Mantova, vivere la città anche dal lago. Mentre l’acqua restituisce attutiti i rumori frenetici del lunedì mattina, un misto di pensieri e sensazioni sorprende il visitatore quando sbarca sull’arcipelago Ocno ormai in via di ultimazione. «Vogliamo restituire ai cittadini il valore dell’acqua e dei laghi, la loro fruibilità» ci spiega l’assessore alla Rigenerazione Urbana Lorenza Baroncelli che con il tecnico progettista dello studio di Joseph Grima, Giulia Finazzi, ci accoglie su questa enorme isola galleggiante formata da sette isolotti dai diversi diametri (si oscilla tra i 6 e i 20 metri), collegati l’uno all’altro, per un totale di 800 metri quadrati.

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«E’ un ragionamento partito con le Pescherie - prosegue Baroncelli - riscoprire l’identità di Mantova attraverso un rapporto con l’acqua che ci consenta un ragionamento più a lungo termine anche sul risanamento dei laghi. Sono interventi che tendono a includere i laghi all'interno del centro storico cittadino. Mantova vive sull'acqua, ma ha sempre girato le spalle ai laghi, ora cambiamo punto di vista e prospettiva. Rigenerazione urbana è anche questo: intervenire sulla città anche scoprendo punti di vista nuovi».

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Un arcipelago pensato «non per fare una bella cartolina fine a se stessa», ma per essere vissuto: «Qui sopra si terranno tre tipologie di eventi - annuncia ancora l’assessore - : ci saranno le visite, ovvero, tramite un’imbarcazione che stiamo valutando, consentiremo alle persone di salire sull’arcipelago per godersi la città dall’acqua; quindi ci sarà la didattica per scolaresche e cittadini, ogni settimana si terranno lezioni su argomenti vari, dalle stelle allo sport; e infine si terranno eventi come concerti e spettacoli di danza e il pubblico starà sull’arcipelago insieme agli artisti».

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Iniziati il 22 agosto, i lavori di allestimento sono ormai alle battute finali. Gli isolotti sono stati assemblati in un capannone e varati a Diga Masetti: «Sono costituiti da strutture galleggianti modulari - spiega Finazzi - da un metro per 50 centimetri, di solito utilizzate per pontili, collegate tra loro con apposite viti. Sono stati dapprima coperti con un telaio di travetti di legno e poi da un tavolato in legno». Montati a terra e varati a sezioni, nei giorni scorsi sono stati trainati con un’imbarcazione elettrica nel lago Inferiore, proprio davanti all’imbocco per piazza Arche, dove rimarranno ancorati a pesi morti con un agio di tre metri per far fronte alle possibili escursioni del livello del lago.

Per completare l’opera a cui hanno lavorato operai della cooperativa Libra che si occupa di reinserimento lavorativo di ex detenuti e detenuti, mancano solo le cosiddette “gonnelle”, ovvero le bordature in legno a coprire i galleggianti, sotto le quali saranno incastonate luci a led. L’arcipelago sarà quindi tinteggiato di bianco e lungo il perimetro sarà posizionato un corrimano da barca.

Se per l’architetto Joseph Grima che l’ha ideato è la prima installazione di questo genere, per Mantova significherà un momento di «sintesi di tutto quello che è stato prodotto per la capitale della cultura» conclude Baroncelli che intanto assicura che l’arcipelago non finirà nel cassetto dei ricordi di questo anno così particolare: «Ogni anno lo rimetteremo in acqua». Perché la città possa continuare a cambiare prospettiva.

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