In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Farmaci in Oncologia, la spesa scese del 23%

I dati confermano la riduzione denunciata dalle oncologhe dissidenti per il 2014. Ma dopo l’esposto le cifre tornarono a salire: +68% per gli antitumorali

di Roberto Bo
2 minuti di lettura

MANTOVA. Un calo di quasi il 23% dal 2013 al 2014 e un’impennata del 68% dal 2014 al 2015. La riduzione nella spesa per l’erogazione dei farmaci nell’Oncologia del Poma denunciata dalle due dottoresse del reparto entrate in conflitto con il primario Maurizio Cantore trova conferma nei dati ufficiali della Asst di Mantova.

La Gazzetta di Mantova è entrata in possesso di un dettagliato resoconto semestrale (luglio-dicembre) su nove tipologie di farmaci somministrati nell’Oncologia del Carlo Poma dal 2013 al 2015. Nel 2013 (prima dell’arrivo del dottor Cantore a Mantova, ndr) l’ammontare rimborsato dalla Regione è stato di 2 milioni e 699mila euro, scesi a 2 milioni e 86mila euro nel 2014, con una riduzione di 613mila euro, quantificabile in un -23%. Nell’esposto presentato in Procura dalle dottoresse Francesca Adami e Maria Beatrice Pisanelli, che ha dato via all’indagine giudiziaria, veniva sottolineata una drastica riduzione dei farmaci mirati. Il contrasto tra le due dottoresse e il primario era nato quasi subito all’indomani dell’arrivo al Poma del dottor Cantore, nominato nuovo direttore dell’Oncologia all’inizio del 2014 ed entrato in servizio nell’aprile dello stesso anno.

Ma nel resoconto della Asst di Mantova, che svolge verifiche semestrali sulla spesa farmaceutica, risulta anche un altro dato molto interessante: dal 2014 al 2015 l’ammontare dell’esborso per nove tipologie di farmaci è aumentato del 68%, passando da 2 milioni e 86mila euro a 3 milioni e 510mila euro, con un incremento di quasi un milione e mezzo di euro, quantificabile in +68%. In particolare, riguardo ad un gruppo di farmaci definiti “oncologici utilizzati in day hospital” il calo tra il 2013 e il 2014 è del 17%, mentre l’aumento tra 2014 e 2015 è più del doppio.

L’anno 2014 è quello in cui le due oncologhe chiedono alla direzione strategica del Poma una valutazione sull’operato del reparto ed in particolare del primario. Secondo il loro punto di vista non vengono rispettate le linee guida nazionali e internazionali nella somministrazione di farmaci e nel ricorso alla diagnostica per immagini. La verifica interna giudica corretti i protocolli applicati. Successivamente parte l’esposto delle due oncologhe in Procura e da lì in poi si aprono due audit: il primo con il professor Giuseppe Longo del Policlinico di Modena, che si conclude con la proposta di trasferire le due dottoresse per incompatibilità ambientale (poi entrambe reintegrate grazie ad un accordo stipulato di fronte al giudice del Lavoro, ndr) e il secondo (le cui conclusioni sono attese a giorni, ndr) affidato alla Ats Val Padana e all’Istituto Tumori di Milano con la supervisione di un luminare, il professor Filippo De Braud. I due audit, ai quali si aggiunge l’ispezione ministeriale dei giorni scorsi, rappresentano indagini amministrative interne che si affiancano all’inchiesta della magistratura.

A questo punto sorgono spontanee alcune domande: per quale motivo tra il 2013 e il 2014 c’è stata questa consistente riduzione di spesa per i farmaci? Sono diminuiti i pazienti o sono intervenute modifiche nell’erogazione delle prestazioni terapeutiche? E ancora: perché invece, dopo l’esposto nel 2015 delle due oncologhe in Procura, la spesa degli stessi farmaci schizza di quasi un milione e mezzo di euro in più?

I commenti dei lettori