Bertotti, il fisico della rinascita di Einstein
Il prossimo 6 ottobre riceverà il prestigioso premio Ghislieri a Pavia: riportò alla luce la relatività
Barbara RodellaMANTOVA. Il fisico mantovano Bruno Bertotti riceverà giovedì 6 ottobre il premio Ghislieri 2016. Il collegio Ghislieri di Pavia, fondato nel 1567 da Antonio Ghislieri, divenuto pontefice col nome di Pio V, è classificato “ente di alta qualificazione culturale”.
L’istituto ospita circa 200 studenti selezionati attraverso un rigoroso concorso pubblico e dal 2010 ha istituito una premiazione per riconoscere il merito scientifico e professionale di un giovane studente che si è distinto nel suo campo e di un alunno senior per onorare la sua brillante carriera. Bruno Bertotti, classe 1930, è originario di Mantova ed ha abitato per lungo tempo in via Conciliazione. Il padre era ferroviere e fu proprio lui a trasmettergli la passione per gli studi di fisica.
Ancora studente, negli anni 1958-59, grazie ad una borsa di studio, trascorse un periodo all’Institute for Advanced Studies di Princeton, negli Usa. Proprio a Princeton si respirava ancora l’atmosfera della filosofia di Einstein che si era spento tre anni prima dell’arrivo di Bertotti. Negli anni ‘60 studiò poi a Dublino sotto la guida di Erwin Schrödinger, uno dei fondatori della meccanica quantistica. Bruno fu il suo ultimo allievo e divenne anche grazie a quell’esperienza una delle glorie della fisica nel campo della cosmologia dedicandosi in particolare alla relatività generale di Einstein. Pubblicata nel 1918, la teoria della relatività rimase dormiente fino agli anni ’60. Considerata un puro esercizio mentale, non ammetteva verifiche sperimentali. Il cambio di rotta è avvenuto quando nella seconda metà del ‘900, giovani studiosi, per lo più russi e americani, rivitalizzarono la materia con nuovi studi.
Tra gli italiani, Bruno Bertotti fu uno dei protagonisti di questa rinascita rilanciando nuove teorie sul grande mistero della gravitazione che incarna l’anima della cosmologia. Una delle sue opere più importanti, “Physics of the solar system” portato a termine con l’italiano Paolo Farinella e il russo David Vokrouhlicky, rappresenta un manuale di riferimento per chi si appresta a studiare i problemi connessi con l’equilibrio del sistema solare e dell’universo. Negli anni ’70, la sua importanza in ambito internazionale fu confermata con l’invito a partecipare, con un proprio contributo, al primo volume della “Encyclopaedia of Ignorance”, pubblicata dalla Pergamon Press nel 1977. L’obiettivo era di descrivere cosa ancora non si sapeva nel mondo della fisica. Fra gli scienziati che parteciparono alla stesura vi erano H. Bondi, J. Wheeler, P. Davies, A.Salam, R.Penrose, alcuni dei quali ricevettero il premio Nobel. A Bertotti venne affidato il compito di indicare quali fossero “The Riddles of Gravitation”, gli enigmi della gravitazione.
Nel campo delle verifiche sperimentali, un risultato degno di nota fu ottenuto poi nel 2007 da un gruppo di ricercatori guidato proprio da Bertotti utilizzando i segnali radio emessi dalla sonda Cassini. Lo spostamento gravitazionale di frequenza previsto dall’interpretazione standard della Relatività è stato confermato con un’incertezza inferiore ad una parte su 100 mila. Per onorare una delle menti più illustri del nostro Paese, il presidente della Repubblica nel 2007 ha concesso al fisico mantovano la Medaglia d’oro ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. Membro dell’Accademia nazionale virgiliana, Bruno non ha mai dimenticato la sua città d’origine.
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