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Processo 'ndrangheta, altro testimone incerto

Tentenna davanti ai giudici l’imprenditore edile che lavorava a Porto e Cerese

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BRESCIA. Ancora tentennamenti nei testimoni. E ancora il peso delle accuse, nei confronti di una cricca secondo la Procura antimafia legata agli ambienti criminali della ’ndrangheta, stemperato a tradotto in qualche comportamento eccessivo dovuto non ai metodi mafiosi ma alla rudezza dell’ambiente dell’edilizia. Ieri, martedì 27 settembre,  a sedersi sul banco dei testimoni dell’ennesima udienza al tribunale di Brescia del processo Pesci, è stato Giovanni Donà, al tempo amministratore delegato di un’impresa del settore edile, la veronese Geco che aveva cantieri a Porto Mantovano e a Cerese.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Covelli contestato da pm e difensori]]

E che, secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri era stata spolpata di tutti i beni a favore di Antonio Rocca, presunto referente locale della ’ndrina Grande Aracri. Donà è stato più volte incalzato dai pubblici ministeri perché raccontasse, o confermasse, di aver subito minacce da personaggi imputati nel processo per aver avuto un ruolo nell’aiutare la malavita calabrese a infiltrarsi nel tessuto economico della provincia di Mantova.

«Ma sì, a volte avevano toni duri – ha riferito Donà alla domanda se fosse mai stato minacciato e in che modo – ma a volte in quell’ambiente si millantano conoscenze di criminali o amicizie pericolose solo per guadagnare credito e avere vantaggi nella contrattazione e negli appalti».

Come dire che non sono l’apparenza o le minacce a fare il mafioso. In aula a Brescia è ancora viva la battaglia sulle intercettazioni, che i difensori dei sedici imputati, tutti imprenditori edili o professionisti, hanno in ogni modo finora cercato di invalidare.

Al punto che una parte dei dialoghi spiati dai carabinieri dovrà essere ri-trascritta. Nel corso della prossima udienza, lunedì 3 ottobre, davanti alla corte cominceranno a sfilare i carabinieri che hanno collaborato alle indagini dell’inchiesta Pesci. A partire da un ufficiale della sezione Anticrimine del Ros (Raggruppamento operativo speciale) di Catanzaro.

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