Candidatura Unesco per le rive del Po: percorso iniziato
In campo una trentina di Comuni mantovani e le aree tutelate. «Il marchio per valorizzare l’ambiente e favorire il turismo»
di Francesco RomaniVIADANA. Una “riserva Unesco” per tutelare l’area centrale del Po. Due Regioni, cinque province e 50 Comuni coinvolti per il progetto che riguarda 200 chilometri di asta fluviale (un terzo del totale) da Piacenza a Felonica. L’iniziativa, promossa da Circolo Legambiente di San Secondo Parmense “Aironi del Po” e curata dall’Università degli studi di Parma con lo studio di architettura D’uopo, sempre di Parma, ha visto già l’adesione di numerose amministrazioni pubbliche. Secondo l’iniziale programmazione, la candidatura sarà presentata fra un anno, nel settembre 2017, una volta raccolte tutte le adesioni. Se la proposta verrà accettata, sarà la 14esima Mab (Riserva Uomo e Biosfera) italiana tutelata dall’Organizzazione culturale delle Nazioni Unite. Fra le ultime “Mab” riconosciute, il Delta del Po ed il Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. La presentazione ufficiale è avvenuta a Guastalla (RE),. nell’ambito della Borsa del turismo fluviale del Po.
Interessati dall’area di tutela saranno i 23 Comuni dell’Oltrepò mantovano, l’area dell’Oglio Po comprese Sabbioneta e Marcaria, nonché 39 “Siti Rete Natura 2000”, ovvero zone sottoposte a protezione ambientale. Fra queste 12 sono situate in provincia di Mantova, che include la più ampia area tutelata di tutta l’asta, la Zona di protezione speciale (Zps) Viadana, Portiolo, San Benedetto Po e Ostiglia (7mila ettari) e 38 habitat fluviali. Già oggi, dunque oltre 35mila ettari di terreno a cavallo del grande fiume sono già salvaguardate.
«La tutela Unesco - spiega l’architetto Giovanni Gherpelli di D’uopo – non significa imposizione di nuove regole, ma al contrario valorizzazione sia degli aspetti naturalistici che quelli legati alle attività umane, viste nel loro insieme».
La tutela sarà tripartita: la core zone comprenderà indicativamente le aree già sottoposte a tutela. Ogni Comune valuterà, nell’adesione, quali parti del territorio inserire nella buffer zone (la fascia golenale di rispetto) e nella transition zone, quella più esterna e periferica dove promuovere lo sviluppo sostenibile.
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