Piano Aler da 6 milioni di euro per il recupero di 272 alloggi sfitti
L’ex Iacp di Mantova non costruisce più: «Il 50% già sistemato». Lavori anche alle case alla muffa: ma 9 famiglie dovranno trasferirsi durante i lavori
di Nicola CorradiniMANTOVA. Di nuovi appartamenti non si parla e, probabilmente, non se ne parlerà ancora per molto tempo. Ma l’offerta di alloggi popolari ha avuto ugualmente un incremento in questi ultimi dieci mesi. Come? Grazie al recupero di appartamenti sfitti nel patrimonio di Aler. Operazione costosa, certo, ma più economica della costruzione ex novo di condomini, magari sulle rovine di case vecchie abbattute.
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Nel 2016 sono stati recuperati e rimessi nel mercato dell’affitto sociale - quindi rivolto a famiglie con redditi modesti - 175 appartamenti tra capoluogo e comuni della provincia. A questi ne vanno aggiunti altri 17 in città che torneranno ad essere abitabili per la fine dell’anno.
«Quasi duecento appartamenti che erano sfitti perché con impiantistica non in regola o perché ridotti in pessime condizioni dagli ultimi inquilini – spiegano i vertici dell’azienda per l’edilizia residenziale di viale Risorgimento, un tempo Iacp – Ma anche nel corso del 2017 sono previsti nuovi interventi, almeno un centinaio di alloggi che sistemeremo e metteremo a disposizione di chi è in graduatoria». A parlare sono il presidente dell’Aler nata, ormai un paio di anni fa, dalla fusione delle sedi di Brescia, Cremona e Mantova, Emidio Isacchini, il direttore dell’unità di Mantova, Giuliano Vecchi, e il direttore tecnico Vanni Spazzini. Tema non facile, perché l’edilizia in generale non sta passando un gran momento.
Già, ma c’è richiesta di nuovi appartamenti nella nostra città? A guardarsi attorno, con tutte quelle lottizzazioni fallite o che hanno prodotto palazzine non proprio affollate, sembra legittimo chiederselo. Ma qui stiamo parlando non del settore privato, bensì di quello pubblico e destinato al mercato dell’affitto sociale o comunque agevolato.
Le richieste in questo settore, pur con un andamento altalenante negli anni, è sempre significativo. Allo stato attuale le nuove richieste per un alloggio popolare arrivate all’Aler nel corso del 2016 (la scadenza è tra pochi giorni) sono circa 150. L’anno scorso erano un centinaio in più. Attualmente la graduatoria delle persone in attesa di un appartamento a canone ridotto contra 540 aspiranti. In passato si è superato anche quota 800. «In effetti abbiamo recuperato diversi alloggi e quindi la diminuzione della lista d’attesa è spiegabile anche per questa ragione» osservano ad Aler.
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L’investimento complessivo sul recupero di appartamenti è di 6 milioni e 400mila euro. Oltre ai 175 alloggi già rimessi a nuovo (78 dei quali in città, 17 a Suzzara, 12 a Viadana e 11 a Ostiglia per citare i gruppi più consistenti), ne verranno ristrutturati altri 97 (54 dei quali in città) nell’arco dei prossimi 12 mesi. In somma 272 appartamenti in un paio d’anni.
Tra le ristrutturazioni previste, c’è anche quella di due palazzine a Te Brunetti (ereditate dallo Stato) invase dall’umidità. «Undici appartamenti li abbiamo già sistemati - dicono all’Aler - ma per risolvere i problemi degli altri 9 sarà necessario trasferire per il periodo dei lavori gli inquilini che li occupano. Ovviamente il trasloco è a nostre spese come pure lo sarà il rientro. Mettiamo a disposizione altri appartamenti ristrutturati in città. Se poi gli inquilini preferiranno restare in quegli alloggi non ci saranno problemi. Stiamo condividendo con loro questo percorso. Nulla viene deciso sulle loro teste».
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