Mantova, in tre anni 2.400 badanti in meno
Nuovi servizi a domicilio per compensare la fuga delle assistenti familiari
MANTOVA. Su quasi 413mila abitanti, la provincia di Mantova conta 95mila cittadini over 65 e 15mila che passano gli 85 anni. Il dato è stato presentato ieri durante un convegno sulla “non autosufficienza” che ha messo a confronto il modello sanitario mantovano con quello di Bolzano dopo il gemellaggio tra le Cgil Spi delle due province. Il ruolo delle badanti occupa ancora un posto in primo piano nell’assistenza agli anziani, ma «se guardiamo il nostro territorio – spiega Carlo Falavigna, segretario generale Spi Cgil Mantova – i dati Inps indicano un calo delle assistenti familiari e dei lavoratori domestici, passati da 7.800 nel 2012 a 5.432 nel 2015».
La crisi è una delle cause di questo crollo, sebbene il costo delle badanti risulti sempre più accessibile rispetto ai servizi assistenziali offerti da Comuni e privati. «Le pensioni erogate – continua Falavigna – sono quasi 138mila con un importo medio sugli 850euro al mese». Va anche notato che accanto alle classiche Rsu, 48 in tutta la provincia con 3.500 posti letto, sono nate misure di assistenza innovative. Le Rsa aperte, ad esempio, 28 in provincia, che prevedono la gestione di anziani che continuano a vivere a casa propria; i Centri diurni integrati, 20 in provincia e l’Assistenza domiciliare integrata, offerta da una cinquantina di strutture.
Le case di riposo variano parecchio per dimensioni e per retta. Si va da strutture dai 20 ai 100 posti letto con prezzi che variano da 20 a 65 euro al giorno. «In cento anni è cambiato il quadro delle malattie. Oggi a prevalere – precisa Gabriele Giannella, direttore sanitario delle fondazioni Canossa e Solaris – sono quelle croniche. In provincia ci sono 70mila cardiopatici e 20mila diabetici. Fino a 65 anni c’è un’aspettativa di vita in buona salute. I problemi legati alla mancanza di autosufficienza arrivano soprattutto dopo gli 85 anni. Nei prossimi anni il numero degli anziani supererà quello dei giovani e proprio quegli anziani avranno bisogno di un carico assistenziale protratto negli anni. Il 60-70% della spesa sanitaria si concentra negli ultimi anni di vita. La società è cambiata e questo innesca problemi che si riflettono su una popolazione anziana che, se non autosufficiente, è sempre meno protetta. Nelle famiglie ci sono meno figli e questi, quando escono di casa, non di rado si trasferiscono lontano. Infine è in aumento il numero di divorzi, separazioni e di persone single. Senza contare che la maggior parte delle donne lavora.
Barbara Rodella
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