Vandali e bulli sui bus. Per Apam un conto da 80mila euro annui
Via al progetto di prevenzione per medie e superiori. Al lavoro 12 istituti di tutta la provincia per circa cento classi
Barbara RodellaMANTOVA. «Gli atti di vandalismo costano ad Apam 70.000, 80.000 euro l’anno». A dirlo è Daniele Trevenzoli, presidente dell’azienda di trasporto pubblico. Un allarme, insomma, che segue alle segnalazione degli anni scorsi come a dire che il problema non è affatto risolto.
«I gesti di inciviltà più comuni riguardano le scritte sui bus, i tagli sui sedili e i martellini rubati che sono diventati ormai dei totem per i ragazzi», ha aggiunto Trevenzoli.
Proprio per sensibilizzare sui temi del vandalismo e del bullismo e per educare i ragazzi al rispetto del bene pubblico torna la campagna promossa da Apam “Muoviamo l’educazione”. Il progetto, rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado, quest'anno vedrà protagonisti dodici istituti di tutta la provincia per un totale di circa cento classi. La scelta è caduta sugli studenti di età compresa tra gli undici e i diciotto anni in quanto già fruitori del servizio di trasporto pubblico ma al contempo in una fascia di età tale da poter modificare positivamente le proprie abitudine imparando a rapportarsi correttamente con gli altri e ad utilizzare nella quotidianità un servizio alternativo all’auto privata maggiormente sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Arge, associazione che si occupa di promozione sociale all’interno delle scuole, è stata presentata ieri al liceo artistico Giulio Romano alla presenza di una sessantina di studenti da Trevenzoli e da Fabio De Nicola, presidente Arge.
«Apam trasporta all'anno circa 25.000 persone. I giovani devono imparare cos’è il rispetto- dice Trevenzoli- sia verso i compagni che verso l’autista, che si ritrova sempre più spesso nel mirino dei bulli».
Il progetto è suddiviso in più fasi: inizialmente le classi dovranno effettuare il test socio metrico di Moreno (utile per vedere le dinamiche di gruppo e per individuare i leader) e compilare un questionario anonimo per rilevare eventuali fenomeni di bullismo.
Nel secondo step del progetto gli alunni svilupperanno un tema incentrato sul bullismo in cui ogni ragazzo dovrà immedesimarsi nelle vittime, mentre nel terzo, psicologi e psicoterapeuti di Arge organizzeranno due incontri in ogni classe per fare emergere soluzioni al problema che poi verranno sintetizzate in un cartellone.
Il progetto si concluderà in primavera durante l’Apam open day in piazza Sordello dove saranno anche votati i migliori manifesti. In parallelo dieci classi delle scuole medie di Asola incontreranno i professionisti dell’associazione in un percorso di trenta ore che sfocerà in uno spot contro la violenza che verrà poi inviato a Canale 5.
«Per diminuire la prepotenza- commenta De Nicola- bisogna lavorare sull’empatia. Far divenire famoso il bullo mettendolo al centro dell’attenzione è controproducente perché amplifica il fenomeno. Il bullo difatti agisce in modo scorretto proprio per cercare attenzione».
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