In partenza il manager Ats. Bellini verso la Regione
Dopo appena un anno, in vista un nuovo cambio della guardia in via dei Toscani. Rischio azzeramento dei vertici con ripercussioni sull’attuazione della riforma
di Roberto BoMANTOVA. Probabile cambio della guardia alla Ats Val Padana entro fine dicembre. Dopo appena un anno alla guida della nuova agenzia di Tutela della Salute di via dei Tocani, il direttore generale Aldo Bellini, nominato dalla giunta Maroni il primo gennaio 2016, potrebbe lasciare l’incarico rassegnando le dimissioni prima di Natale.
La Regione lo reclama a Milano e per lui ci sarebbe già pronto un incarico di prestigio, quello di responsabile dell’Unità Operativa di Programmazione Ospedaliera, poltrona attualmente ricoperta ad interim e posto chiave nel panorama della sanità lombarda. La partenza del top manager Ats a un anno dal suo insediamento e due anni prima della scadenza naturale (fine 2018) rischia di rallentare in ambito locale l’applicazione della riforma regionale della sanità entrata in vigore il primo gennaio di quest’anno.
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La rivoluzione voluta da Maroni è ancora in itinere e vede coinvolta, oltre alla nuova Ats Val Padana (nata dall’accorpamento delle due ex Asl di Mantova e Cremona), anche l’Asst Carlo Poma guidata dal manager Luca Stucchi.
I due enti dall’inizio dell’anno hanno dovuto dialogare ancora più intensamente rispetto al passato, in virtù delle modifiche apportate dalla riforma. Molte competenze che per anni sono state in carico alle Asl sono transitate alle nuove Asst, in pratica tutta la partita socio-sanitaria e i distretti, oltre al passaggio di organico che riguarda centinaia di dipendenti. La riforma, seppure varata a inizio 2016, non è ancora del tutto a regime e per completare l’operazione serviranno ancora parecchi mesi.
Il successore di Bellini dovrà quindi prendere in mano l’iter e portarlo a compimento, ma dovrà anche decidere se tenersi gli attuali direttori sanitario, amministrativo e sociosanitario oppure sostituirli con altri di sua fiducia. Il rischio di un improvviso azzeramento della direzione strategica dell’Ats è quindi concreto, con inevitabili ripercussioni sulla tempistica di attuazione della nuova legge. Ma chi sarà il nuovo direttore della Ats Val Padana?
Il toto nomine per il momento resta chiuso nelle stanze della Regione. Quello che per il momento è dato sapere è che la partenza di Bellini sarebbe una diretta conseguenza della pressante richiesta dei vertici regionali che hanno urgenza di mettere alla guida della Programmazione Ospedaliera una figura con le sue caratteristiche.
Il dottor Aldo Bellini è nato a Sarnico in provincia di Bergamo il 31 luglio del 1961. Negli ultimi tre anni prima della nomina a capo della Ats Val Padana era stato direttore sanitario alla Asl Milano 2 e in passato aveva ricoperto anche le funzioni di direttore del dipartimento Pac e della struttura complessa Servizio Epidemiologico e sistemi informativi dell'Asl Monza-Brianza. È stato anche dirigente alla Asl città di Milano, alla Asl di Lodi e ha collaborato con l'università di Milano.
Laurea in medicina e chirurgia nel 1989 all'università di Milano, si è poi specializzato in Statistica Sanitaria. Nel 1993 ha partecipato al progetto di ricerca: esposizione a inquinamento urbano da traffico veicolare e insorgenza di tumori.
Dal 2000 al 2005 ha diretto l'unità operativa screening del servizio di epidemiologia dell'Asl Città di Milano e ha partecipato a studi sull'inquinamento atmosferico in collaborazione con i gruppi italiani che si occupano di epidemiologia ambientale.
Poco dopo il suo insediamento in via dei Toscani, Bellini aveva nominato i suoi “colonnelli”: Giuseppe Albini, 53 anni, bresciano, alla direzione amministrativa; Simonetta Bettelini, 55 anni, veronese con una carriera in gran parte trascorsa in terra mantovana, alla direzione sanitaria; Diego Maltagliati, 55 anni, milanese, alla direzione socio sanitaria.
Ora nell’ipotesi di un cambio della guardia al vertice dell’Ats Val Padana, il nuovo top manager che arriverà potrebbe decidere di cambiare la squadra oppure confermare in parte o in toto i tre direttori per non interrompere il lavoro svolto fino a questo momento e per dare un segnale di continuità all’applicazione della riforma. In attesa delle nomine restano comunque in carica i direttori attuali per un massimo di tre mesi.
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