MANTOVA. Tra gli archivi gentilizi mantovani più prestigiosi è certamente da annoverare quello della famiglia Castiglioni, discendente da Baldassarre, celebre autore de Il Cortegiano. Esso comprende circa milleduecento pergamene, piú di un centinaio di mappe e disegni, e oltre trecentocinquanta faldoni, con documentazione dal XIII al XX secolo, della quale fu notificato il grande interesse storico dal Ministero per la Pubblica Istruzione fin dal 1928.
Il complesso documentario ha subito alterne vicende, da me riassunte nell’articolo: L’archivio gentilizio Castiglioni presso l’Archivio di Stato di Mantova, comparso nel terzo volume dell’opera Baldassarre Castiglione, Lettere famigliari e diplomatiche, a cura di G. La Rocca, A. Stella e U. Morando, Torino, 2016, volume 3, pagine 803-815; i volumi sono stati presentati a Mantova nell’ambito di Festivaletteratura lo scorso 10 settembre.
A tale fonte ha attinto Tomaso Montanari, che nell’articolo pubblicato giovedì scorso su La Repubblica ha dato risalto a episodi di vendite improprie da parte di dipendenti della famiglia, recuperi sul mercato antiquario, dispersioni e furti (si veda in proposito la Gazzetta di Mantova del 26 gennaio 1978), verificatisi tra gli anni Quaranta e Settanta del Novecento. Una storia fatta di luci e di ombre - come è accaduto per tanti altri archivi - di aspetti negativi e positivi; ed è proprio su questi ultimi che vorrei mettere l'accento in questa sede.
Il pregevole materiale documentario è pervenuto all'Archivio di Stato di Mantova a più riprese, a partire dal 1940. Del fondo faceva parte anche la pregevole carta nautica conosciuta come “planisfero Castiglioni”, donata dall’imperatore Carlo V a Baldassarre, quando egli era nunzio apostolico in Spagna. Piú volte mi sono attivata, a partire dai primi anni Novanta, con gli allora ministri Antonio Paolucci e Giovanna Melandri, per l’acquisizione del portolano e della restante parte dell’archivio; nel 2000 il planisfero veniva acquistato dal Ministero peri Beni Culturali e destinato alla Biblioteca Estense di Modena, dove tuttora si trova esposto in mostra permanente.Nel frattempo numerose richieste, inoltrate da studiosi italiani e stranieri, di consultare i preziosi manoscritti ancora di proprietà della famiglia e custoditi presso il caveau di una banca, potevano essere esaudite, a partire dagli anni Ottanta, grazie alla disponibilità degli eredi che consentivano di prelevare temporaneamente tali materiali affinché venissero consultati nella sala studio dell’Archivio di Stato dai ricercatori; ricordo poi, con piacere, che il conte Baldassarre Castiglioni manifestava in più occasioni l’intenzione che l’archivio di famiglia dovesse rimanere a Mantova presso l’Archivio di Stato. Ancora, nel 2011 gli eredi, con gesto di grande liberalità e con alto senso civico, hanno voluto donare oltre 240 faldoni, che sono andati a ricongiungersi idealmente con i nuclei documentari acquisiti in precedenza.
Per sottolineare il valore della donazione, accompagnata dal contestuale deposito in custodia della biblioteca di famiglia, l’Archivio di Stato organizzò un’iniziativa di presentazione, nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, il 30 settembre 2011, alla presenza degli eredi stessi, allestendo una mostra nella restaurata Sacrestia della SS. Trinità con documenti estratti dall'archivio, e con la partecipazione di Luciano Scala, allora direttore generale per gli Archivi, e di Amedeo Quondam, studioso insigne del Cortegiano (cfr. Gazzetta di Mantova, 1 ottobre 2011).
Rimanevano tuttavia ancora di proprietà della famiglia le carte più preziose: primi fra tutti i frammenti del secondo libro del Cortegiano, numerose lettere autografe di Baldassarre, componimenti poetici e la cosiddetta “lettera di Raffaello a Leone X”, in realtà scritta da Baldassarre Castiglione per Raffaello e da questi presentata al Papa, riguardante la necessità di tutelare i monumenti antichi di Roma, considerata unanimemente il documento fondante della storia del restauro del patrimonio storico-artistico nel nostro Paese.
Carte che ora lo Stato ha finalmente acquistato, consentendo al complesso documentario di ritrovare una propria unità. L’operazione è stata felicemente, e rapidamente, portata a termine grazie alla tenace determinazione del Direttore Generale degli Archivi, Gino Famiglietti, con il quale ho potuto proficuamente collaborare negli ultimi mesi.
Ma essa è stata felicemente conclusa grazie anche alla concorde volontà dei numerosi eredi Castiglioni, rappresentati in particolare da Barbara, Carlo e Luisa, di assecondare un nobile intento: quello di vendere le preziose carte non a privati, bensì allo Stato, rendendo pubblica e disponibile una documentazione tanto importante, che a buon titolo appartiene all'intera collettività. E questo con la consapevolezza che alla loro generazione sia toccata in sorte l’alienazione di un patrimonio custodito dai loro avi nell’arco di ben cinque secoli.
L’archivio Castiglioni ritrova, finalmente, una sua unità ideale; è destinato a consacrare la memoria della famiglia e il ruolo che essa ha avuto nel corso dei secoli, rappresenta un arricchimento culturale per la città e una fonte di straordinario interesse per il mondo della ricerca storica e letteraria in generale.
* già direttrice dell’Archivio di Stato di Mantova e direttrice dell’Archivio di Stato di Milano
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