Viadana, pressing su Maroni per l’ospedale
I consiglieri Dem: «Inutile scaricare le colpe su Roma per il punto nascite, la Regione investa»
VIADANA. «La Regione investa sul punto nascite dell’ospedale Oglio Po». È l’appello del direttivo Pd Viadana: «Se Milano decidesse di tenere ugualmente aperto il punto nascite con investimenti e progetti per il suo rilancio, noi li sosterremmo, a prescindere del colore politico. Ministero della salute e Comitato nazionale percorso nascite non potrebbero opporsi, visto che è questa la volontà politica e del territorio».
Il Pd non nasconde peraltro le sue critiche, per come la questione è stata gestita sinora. Come noto, il Comitato ha dato parere negativo alla richiesta della Regione di mantenere aperto il Punto Oglio-Po, in deroga alla normativa che impone la chiusura dei centri con meno di 500 parti l’anno. «E la giunta regionale – affermano il segretario Vincenzo Vinciguerra e i consiglieri comunali Nicola Federici e Adriano Saccani – è responsabile di quanto accaduto. Non ci si nasconda dietro accuse al Governo. A parte che il parere del Comitato non è vincolante, le domande che ci poniamo sono: chi governa in Lombardia dai primi anni ’90, e con leggi ed indirizzi ha portato l’ospedale Oglio-Po ad avere solo 400 nascite, quando fino a pochi anni fa erano sopra le 700? La responsabilità è di chi chiede un minimo di standard, o di chi ha depotenziato la struttura? Se la Lega Nord, l’assessore Fava e il presidente Maroni avessero voluto, avrebbero avuto tutto il tempo di risolvere la questione. L’Oglio Po è in possesso di tutti gli standard di sicurezza, compresa la terapia intensiva sulle ventiquattro ore: con adeguati investimenti sul personale ostetrico e il corretto presidio dei consultori territoriali, il numero dei parti potrebbe aumentare notevolmente, recuperando chi oggi si reca a partorire fuori Regione».
La parlamentare mantovana Giovanna Martelli depositerà intanto un’interrogazione al ministro, per chieder conto della chiusura del Punto Oglio-Po. «In un Paese la cui natalità si avvicina allo zero – afferma l’esponente Si –, non si può continuare a scaricare il peso dei tagli alla sanità pubblica sulle donne, di fatto ostacolando quelle coppie che, tra mille difficoltà, desiderano avere un figlio».
Riccardo Negri
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