"I senzatetto nell’ex reparto": ultimatum al Poma
L’assessore al welfare: «Noi ci mettiamo soldi e uomini, ma l’ospedale deve dire se ci crede ancora» Si discute da mesi ma il piano non decolla. Via Roma: «Costerà 40mila euro, vogliamo essere sicuri»
di Roberto BoMANTOVA. «Il progetto di una struttura per accogliere senzatetto ed emarginati in un ex reparto messo a disposizione dalla Asst Carlo Poma non si è arenato e il Comune continua a crederci, ma i vertici dell’ospedale ci devono dire chiaramente se anche loro sono ancora convinti della validità di questa iniziativa. Altrimenti siamo già pronti a valutare altre soluzioni». L’assessore comunale al Welfare, Andrea Caprini, di fatto lancia l’ultimatum alla Asst di Mantova, dopo mesi di discussione sull’emergenza senzatetto, sbandati e ubriachi.
Nel frattempo a farne le spese è ancora una volta il pronto soccorso, dove ormai con sempre maggiore frequenza il personale si trova costretto a gestire situazioni al limite che vedono protagonisti soggetti con problemi legati all’abuso da alcol. Caprini vuole essere chiaro con l’ospedale: «Il Comune è pronto a garantire i lavori di adeguamento dell’ex reparto (la Seconda Medica, ndr), vale a dire impianto elettrico, tinteggiatura e arredi, e il personale che presidierà la struttura, cioè i volontari del Sepris che già si occupano di problemi legati all’emarginazione. A conti fatti al Comune l’investimento costerà circa 40mila euro, ma prima di spendere soldi dei cittadini vorremmo sapere se la Asst è ancora della partita. Ricordo che una struttura che potrà accogliere fino a 14 persone, rappresenta una valida integrazione al dormitorio pubblico di via Ariosto e che questa operazione potrebbe costituire un ulteriore sostegno sociale per queste persone che potrebbero essere inserite in un percorso di disintossicazione».
A quanto risulta il vero nodo attorno al quale ancora non è stata siglata un’intesa definitiva è quello che vede una struttura di accoglienza per senzatetto ed emarginati all’interno di un’area ospedaliera.
Ma Caprini precisa ulteriormente: «Il regolamento è quello che si applica al dormitorio pubblico. Si entra tra le 20 e le 24 e si esce alle 8 di mattina. L’iter di accesso prevede che uno prima si rechi al dormitorio pubblico di via Ariosto. Se lì non c’è posto allora si apre la possibilità di un letto nella palazzina del Poma. Quanto agli ubriachi che creano problemi e intasamento al pronto soccorso non si può dire che il problema è solo sociale, così come non si può sostenere che sia solo sanitario. Siamo in una terra di mezzo e quindi dobbiamo creare una situazione nuova che veda l’impegno delle due componenti. Qualcosa di simile, tra l’altro, lo stanno facendo già in altri comuni».
E di “spazi di tregua” si parlerà domani al Mamu in un convegno che affronterà il tema dell’emarginazione. Appuntamento alle 10. Sarà presentata l’esperienza dei Drop in a Cremona, le strutture di rapida accoglienza.
I commenti dei lettori