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Le multe delle quote latte all’origine dell’estorsione

Suzzara. L’agricoltore che chiedeva soldi ai carabinieri aveva accumulato debiti. Per rientrare ha svuotato la stalla, ma poi l’asta per i terreni è andata deserta

di Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura
Controllo dei carabinieri 

SUZZARA. L’agricoltore sessantenne di Codisotto di Luzzara l’ha davvero combinata grossa: estorcere denaro ai carabinieri minacciando attentati alle ferrovie. Adesso si trova agli arresti domiciliari con il braccialetto al polso in attesa di essere processato. Era disperato. Non sapeva come far fronte alle sue sofferenze finanziarie. Secondo fonti molto attendibili era già gravato da una consistente multa per le quote latte, a cui si sono aggiunte spese ulteriori nella gestione del suo allevamento di bovini. Sofferenze che l’avevano indotto nel febbraio di quest’anno prima a vendere le sue 12mila quote latte, poi a svuotare la stalla. Ma non basta. Per ripianare i debiti Alberto Fattori avrebbe anche cercato di vendere i terreni - forse tardivamente - che sono finiti all’asta. Un’asta che però è andata deserta. Da qui, con tutta probabilità, la decisione di giocare quell’ultima carta. Che può costargli davvero cara, dal momento che dovrà rispondere di estorsione continuata, attentato ad impianti di pubblica utilità e attentati alla sicurezza dei trasporti.

Ricostruiamo l'accaduto. Il 12 dicembre, alle 20, nella cassetta delle lettere della caserma di Suzzara viene trovata una strana lettera con la quale un anonimo chiede 300mila euro e minaccia un attentato contro le istituzioni e le linee ferroviarie. Passano pochi giorni e il 15 dicembre alle due di notte viene registrato un episodio analogo: una telefonata anonima segnala la presenza di una lettera indirizzata ai carabinieri di Suzzara all'interno di una cabina telefonica situata nel parcheggio di via Mazzini. I militari recuperano il biglietto sul quale è presente la stessa calligrafia del primo messaggio. «Se non mi date i soldi metto dei blocchi di cemento sulla linea Suzzara-Parma». La minaccia diventa realtà: alle 5.55 un treno urta degli ostacoli in cemento lasciati sui binari. Per fortuna nessuno si fa male.

Le indagini dei carabinieri, iniziate già dopo il ritrovamento della prima lettera, giungono in breve a conclusione, grazie ad un elemento fondamentale: un’auto sospetta notata più volte in quei giorni e che risulta appartenere proprio all’agricoltore. Un’ulteriore conferma viene da un parente dell’uomo che, ascoltata la registrazione di una delle telefonate minatorie, ricevuta dai carabinieri, ammette che la voce è quella dell'agricoltore sessantenne di Codisotto di Luzzara. E subito dopo per lui scattano le manette.

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