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Virus e malori, il pronto soccorso va in tilt

Fiume di ricoveri per il boom di forme parainfluenzali: attese dilatate al Poma, mobilitati i medici della direzione sanitaria

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MANTOVA. Il clima mite e umido di questi giorni di festa, che poco hanno di invernale, sta mettendo a dura prova il pronto soccorso dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. Aumentano le recrudescenze delle malattie croniche e delle sindromi parainfluenzali e, con esse, i ricoveri di emergenza. Ieri al Poma è stata una giornata campale. Il pronto soccorso è stato letteralmente preso d’assalto dalla mattina e medici e infermieri hanno avuto il loro daffare per dare una risposta al fiume di pazienti. Nel pomeriggio l’affollamento ha raggiunto il clou della giornata, con tempi d’attesa che, per paziente, si allungavano di mezzora in mezzora. Alle 16 tra pazienti già in ambulatorio con visita in corso e quelli in attesa nei corridoi del pronto soccorso c’erano oltre cinquanta persone. Secondo il sito dell’Asst, l’ultimo paziente dei 16 in codice verde (quello meno grave) giunto al pronto soccorso poco prima delle 14 sarebbe stato visitato dopo le 23.30, mentre l’ultimo dei quattro in codice giallo (media gravità) aveva un tempo di attesa di oltre un’ora.

Il vice primario del pronto soccorso Pierpaolo Parogni 

La direzione sanitaria dell’ospedale ha fatto sapere che il picco di affluenza è stato alle 14. In quel frangente, la direzione sanitaria ha inviato al pronto soccorso un proprio medico, Piero Superbi e il responsabile dell’area dipartimentale di emergenza urgenza Emanuele Piva per dare supporto ai colleghi. Entrambi hanno contribuito a gestire il percorso delle persone più fragili, soprattutto anziani malati cronici, per farli ricoverare nei reparti di competenza. I due inviati della direzione sanitaria si sono anche preoccupati di spiegare ai pazienti in attesa che cosa stava accadendo, rassicurandoli che il loro turno sarebbe venuto presto e che il personale sanitario si stava prodigando per ridurre il più possibile i tempi d’attesa.

«È una situazione di super lavoro che al pronto soccorso si sta verificando da 3-4 settimane - spiega il vice primario Pierpaolo Parogni - oggi (ieri, ndr) siamo al limite anche con le barelle, tanto che se si dovesse proseguire così, nelle prossime ore anche le ambulanze dovranno fermarsi». La maggior parte dei ricoveri non solo di ieri ma anche dei giorni scorsi riguardavano anziani provenienti dalle case di riposo, «tutti affetti da malattie croniche respiratorie e cardio-circolatorie aggravate dal clima mite e umido di queste settimane, cosa che ha provocato anche un’impennata delle polmonite». Ancora non è stato raggiunto il picco influenzale, previsto tra la fine di gennaio e i primi di febbraio quando, come ogni anno, il pronto soccorso sarà sotto pressione. Senza dimenticare gli eccessi alimentari di questi giorni: «La notte del 24 - ricorda Parogni - abbiamo lavorato molto nel dopo cenone dalle 23 alle 8». (Sa.Mor.)

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