«Così mi sono arruolato contro l’Isis»
Grande partecipazione a Castiglione per l'incontro con Davide Grasso, il combattente italiano anti-Isis che ha combattuto per le forze curde YPG in Siria per sette mesi

CASTIGLIONE. Grande partecipazione domenica 8 gennaio a Castiglione per l'incontro con Davide Grasso, il combattente italiano anti-Isis che ha combattuto per le forze curde YPG in Siria per sette mesi. Un centinaio di persone ha affollato la sala di Mutty per ascoltare il suo racconto in prima persona e porre domande, dalle quali è scaturito un dibattito molto intenso e a tratti anche toccante.
Dopo una breve introduzione storica e politica del contesto siriano, Grasso è entrato nei particolari degli schieramenti che si affrontano ormai da anni cambiando spesso bandiera o finanziatori. Se la guerra civile è iniziata come degenerazione armata di una rivoluzione di piazza contro il regime di Assad a causa della sua violenta repressione, che si è spinta addirittura a bombardare interi quartieri civili accusati di promuovere le idee dei ribelli, immediatamente con la guerra sono entrati in scena attori internazionali che non hanno tentennato nel finanziare diversi gruppi di ribelli per favorire un ribaltamento che garantisse interessi internazionali.
Si parla in particolare di Francia e Inghilterra, che secondo Grasso «hanno finanziato direttamente la rivoluzione teocratica, ossia quei gruppi di fondamentalisti islamici come Al Nusra (braccio siriano di Al Qaeda) che hanno ormai il comando assoluto di quello che viene ancor oggi chiamato Esercito Siriano Libero, ma che in realtà usa tutti i metodi peggiori che conosciamo e che siamo soliti attribuire solamente allo Stato islamico». Quest'ultimo, secondo Grasso, altro non è che uno dei tanti gruppi fondamentalisti che ha deciso di abbandonare quel fronte per costituire un Califfato, abbandonando quindi l'idea della conquista del potere dello stato siriano, per costruirne invece un altro i cui confini comprendono anche buona parte dell'Iraq. A questa prima rivoluzione, nella quale hanno dunque gravi responsabilità gli stati europei, se ne è aggiunta poi una seconda, quella Confederale del Rojava. Il Rojava è la zona nord della Siria, composta da tre cantoni e organizzata politicamente dal partito curdo-siriano alleato con il Pkk turco. Ecco perché anche la Turchia ha spesso utilizzato i gruppi fondamentalisti islamici in funzione anti-curda. «La Rivoluzione confederale - ha detto Grasso - è indipendente da ingerenze straniere e prevede nella propria carta principi assolutamente progressisti come la democrazia diretta». Grasso ha deciso di arruolarsi «soprattutto dopo la strage dell'Isis al Bataclan. L'unico modo per fermare la violenza dilagante, era difendere l'unico progetto politico che cerca di integrare tutte le minoranze concedendo loro la libertà e l'autonomia di cui necessitano».
Damiano Cason
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