Padano e Parmigiano: «Proviamo l’alleanza»
I presidenti dei consorzi a confronto alla serata organizzata da Confagri: «Possibili collaborazioni su tutela, marketing e dialogo con la distribuzione»

MANTOVA. Una sinergia tra i Consorzi di Padano e Parmigiano Reggiano. La possibilità di un’alleanze è emersa durante l’ottavo incontro annuale, organizzato da Confagricoltura nella sede di via Fancelli e che ha visto la partecipazione di decine di operatori del settore, dedicato all’analisi delle strategie e del futuro dei due formaggi Dop. A lanciare la proposta è il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Alessandro Bezzi: «Mettiamoci a sedere insieme, rappresentiamo le due Dop più importanti al mondo, la vittoria di uno può significare la vittoria anche dell’altro, così come un’eventuale sconfitta di uno dei due consorzi avrà inevitabilmente ripercussioni sull’altro».
I campi per una collaborazione tra i due consorzi sono molti, dalla tutela alla promozione, passando per un tavolo di lavoro con la grande distribuzione per la commercializzazione. «Da tempo stiamo chiedendo al ministro Martina un tavolo interprofessionale, con tutti gli attori della filiera, ma al momento il progetto pare non trovare sbocchi concreti» ha aggiunto Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio del Grana Padano.
Ad accogliere positivamente la proposta di maggiore collaborazione sia il presidente di Confagricoltura, Matteo Lasagna, che l’omologo di Coldiretti, Paolo Carra: «Una sinergia potrebbe significare maggiori risorse da investire sull’export e sulla tutela del prodotto. Le sfide di oggi sono diverse da quelle del passato, dobbiamo pensare a sistemi di protezione diversi da quelli di oggi». Concorde anche il presidente di Confcooperative Fabio Perini: «Sono soddisfatto che due entità come Grana e Parmigiano abbiano parlato di cooperazione, dato che solitamente tra di loro vi era concorrenza. Il primo nodo riguarda il 49% del latte fuori dalle Dop, che deve accompagnare verso quotazioni sempre più alte il latte Dop».
In apertura di serata, dopo i saluti del padrone di casa Lasagna e le analisi del settore di Alberto Cortesi e Angelo Rossi, i due presidenti avevano confortato il numeroso pubblico di addetti ai lavori con la previsione di almeno un primo semestre 2017 positivo: «Il 2016 è stato un anno difficile – il commento di Bezzi – con prezzi inizialmente non remunerativi, poi c’è stata un’importante evoluzione, soprattutto grazie al consumo estero. Abbiamo varato un piano di investimenti quadriennale da più di quindici milioni di euro, serve un salto di qualità ma ritengo che per crescere ancora si debba partire dall’export, che può ancora dare molto».
Per il consorzio del Grana Padano si riparte dai piani di produzione, che devono avere la giusta flessibilità dettata dal mercato: «Lo scorso anno abbiamo scommesso aumentando la produzione quando il prezzo del latte era ai minimi storici – ricorda Cesare Baldrighi – e oggi vediamo raddoppiato il valore che aveva quel latte. Concordo con l’attenzione all’export, ma occorre identificare il target di clientela giusto: vendiamo un prodotto pregiato che in alcuni paesi emergenti non trova collocazione. L’aspetto della promozione è l’elemento di maggior pregio dei nostri due consorzi, ma servono economie di scala condivise».
Davide Dalai
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