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I tabaccai all’attacco del collega “furbetto”

La truffa dei gratta e vinci. «Additati come disonesti per colpa di una persona scorretta»

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MOGLIA. Ha suscitato grande scalpore, soprattutto tra i tabaccai e titolari di esercizi autorizzati alle vendite di lotterie istantanee, la vicenda del tabaccaio di Moglia accusato di truffa ai danni dello Stato per aver incassato i tagliandi vincenti e messo in vendita quelli perdenti.

Il centralino della Federazione Tabaccai di viale Rimembranze di Mantova ha continuato a squillare per l'intera mattinata per chiedere una presa di posizione del presidente provinciale Cesare Rigoni, che si trovava a Roma per lavoro e oggi farà sentire la sua voce in difesa della categoria. Sono stati in tanti a ribadire che «il comportamento di poche persone scorrette non può danneggiare la stragrande maggioranza di operatori che vivono onestamente del loro lavoro».

E c'è anche ci ha aggiunto che, a volte, sono gli stessi tabaccai ad assistere clienti distratti che non si accorgono di avere vinto e dopo aver grattato gettano via il tagliando vincente.

Altri si sono chiesti come abbia potuto fare “il furbetto” di Moglia a sapere quali erano i tagliandi vincenti. In particolare Claudio Raimondi, tabaccaio di Roncoferraro, difende la categoria: «Per colpa di una persona scorretta rischiamo di essere additati come dei disonesti. E così perdiamo i clienti e anche il lavoro. Nessuno di noi è munito di lettori ottici per sapere in anticipo i tagliandi vincenti».

Su Facebook si è scatenato il putiferio tra chi sostiene che la notizia «è falsa», chi dice che «è impossibile sapere quali sono i tagliandi vincenti» e invece chi dice che «la cosa è assolutamente possibile».Tra questi c'è chi ha provato a spiegare il trucchetto così come lo hanno scoperto i carabinieri quando, il 31 dicembre scorso, hanno fatto irruzione nella tabaccheria di via Libertà 14 a Moglia per sequestrare apparecchiature e tagliandi gratta e vinci.

L'indagine è tuttora in corso e dovrà stabilire da quanto tempo il giochetto funzionava e quanto ha intascato il tabaccaio mogliese. L'ipotesi più accreditata per spiegare la truffa sembra essere quella in base alla quale l'indagato andasse leggermente a grattare, in una determinata posizione del tagliando, il codice composto da tre numeri per poi passarlo sotto il raggio del lettore ottico che legge il codice a barre posto sul retro del tagliando. Sarebbero proprio questi tre numeri a dare la certezza se il tagliando è vincente o meno.

Successivamente, per evitare che qualche cliente scoprisse che il gratta e vinci era stato violato, l'accusato cercava di sistemare la mini porzione di patina precedentemente cancellata per individuare il tagliando vincente. E sembra che la cosa avvenisse in modo particolare sui tagliandi da 20 euro, che hanno in alcune parti i codici coperti con patina bianca poi ripristinata con accorgimenti vari.

Mauro Pinotti

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