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Regione Lombardia, via libera alla legge contro il Cyberbullismo

Nasce la consulta per studiare misure di sostegno ai giovani vittima del fenomeno. Stanziati 300mila euro per il 2017. Sono 71mila in Lombardia i ragazzi e i giovani tra i 15 e i 24 anni coinvolti toccati dal problema. M5S non vota. Fiasconaro: è un primo passo, ma le risorse destinate non bastano

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MILANO. Regione, scuole, centri di aggregazione giovanile, istituzioni formative, aziende, società sportive dilettantistiche, penitenziari: un’unica grande rete per monitorare e contrastare i fenomeni di bullismo e cyber bullismo, offrendo assistenza concreta e specialistica alle vittime.

Il Consiglio ha approvato la legge a larga maggioranza con 56 voti favorevoli e nessun voto contrario (1 consigliere astenuto e 6 non hanno partecipato al voto). Con i primi 300mila euro stanziati per il 2017, la Lombardia mette in campo con una nuova legge una serie di azioni per affrontare un’emergenza che ha già toccato sul territorio regionale 71mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni (addirittura 230mila i giovani che conoscono amici vittime di bullismo secondo l’indagine svolta dal gruppo di lavoro «Semi di melo» in collaborazione con l’Università Bicocca).

La legge, condivisa in maniera bipartisan all’interno della Commissione Cultura, ha avuto come relatori Fabio Pizzul (PD) e Jari Colla (Lega Nord). L’emergenza viene affrontata dal provvedimento in tutti i suoi risvolti: bullismo telematico, realizzazione e diffusione online di video e immagini, molestie all’interno di chat-room, blog o forum, web-reputation, bullismo a sfondo sessuale. La legge costruisce e finanzia percorsi di assistenza alle vittime attraverso psicologi ed esperti certificati, anche con il supporto di associazioni e istituzioni attive sul territorio.

"Questo è un punto di partenza -ha detto il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo- che consente già oggi di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per interpretare, combattere ma anche prevenire questo preoccupante fenomeno: i numeri descrivono la dimensione di un problema che colpisce molti ragazzi e le loro famiglie È un fenomeno grave e difficile da combattere e il nostro Consiglio regionale con questa legge intende contrastarlo, in collaborazione con le associazioni impegnate in questo settore, le scuole e gli enti competenti, un fenomeno pervasivo che mina le relazioni tra le persone".

“Finalmente la Lombardia ha una legge per la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyber bullismo – ha dichiarato il relatore Fabio Pizzul (PD) -  Viene istituita una Consulta regionale sul bullismo con il compito di monitorare il fenomeno e valorizzare le iniziative esistenti e di suscitarne di nuove. La dotazione finanziaria è troppo esigua, ma credo che il segnale culturale che questa legge offre ai lombardi. Peccato che il Movimento 5 Stelle non abbia partecipato al voto finale”.

“Con questa legge – afferma il relatore Jari Colla (Lega Nord) – la Lombardia si impegna in maniera concreta a combattere un fenomeno purtroppo sempre più diffuso e preoccupante. Soltanto con una stretta collaborazione fra azione istituzionale, impegno della scuola e monitoraggio delle famiglie si potrà riuscire a ridimensionare, e magari anche sconfiggere, un malcostume pericoloso e incivile”.

Con gli emendamenti presentati dai relatori si è voluta rimarcare l’attenzione alle certificazioni del personale che entrerà in contatto con i minori, prevedere il coinvolgimento delle istituzioni formative e non solo scolastiche, formalizzare la collaborazione con gli assessorati regionali competenti, inserire la figura dell’esperto di social networking in collaborazione con la Polizia postale, esplicitare che sarà il Coni a designare il rappresentante delle associazioni sportive. Rispetto al testo originale, la legge approvata prevede una relazione annuale.

Un emendamento all’articolo 7, sottoscritto dai due relatori (approvato con 38 si, 7 no e 19 astenuti), ha precisato la norma finanziaria recependo la relazione tecnico-finanziaria non esaminata dalla Commissione Bilancio. Su questo tema l’Aula ha respinto la richiesta di rinvio in Commissione presentata da Iolanda Nanni (M5S), motivo per cui il gruppo M5S ha deciso di non partecipare alla votazione finale. “È un momento importantissimo – ha commentato Luca Ferrazzi, Presidente della Commissione Cultura – un essenziale passo di civiltà".

Sulla legge prende anche la parola il consigliere M5S mantovano, Andrea Fiasconaro. "Questa legge è ovviamente un buon punto di partenza ed è un progetto ambizioso che vuole mettere in rete i progetti di tutti i soggetti interessati: scuole, enti locali e associazioni. Manca alla legge purtroppo un impegno di risorse adeguato laddove 300 mila euro impegnati sono troppo pochi per attuare gli interventi previsti. Il provvedimento non prevede poi, strategie efficaci contro nuove forme di bullismo e di prevenzione del bullismo sessuale in rete. Questo, aggiunto alle forzature nell'iter legislativo, ci costringe, nonostante la condivisione dei contenuti della legge, a non partecipare al voto".

La legge in sintesi.

La Consulta. La proposta di legge è composta da 7 articoli e istituisce presso la Giunta regionale la Consulta sul bullismo e cyberbullismo, allo scopo di raccogliere informazioni e iniziative per individuare percorsi e di valorizzare le diverse iniziative esistenti, promuovendo forme di collaborazione e di azione comune per giungere a creare una rete di sostegno agli adolescenti più fragili e di contenimento di coloro che mettono in atto comportamenti che possano configurarsi come prevaricatori e violenti nei confronti dei coetanei. La Giunta regionale trasmette al Consiglio annualmente una relazione con i risultati conseguiti nel prevenire e contrastare il fenomeno.

Beneficiari. Potranno accedere ai finanziamenti Comuni, istituzioni scolastiche e Ufficio scolastico regionale, Asst, penitenziari, Terzo Settore, associazioni sportive dilettantistiche iscritte al registro del Coni. Tra le azioni finanziabili campagne di informazione e sensibilizzazione, iniziative culturali, sociali e ricreative sui temi della legalità e del rispetto reciproco, formazione sull’uso consapevole di internet e degli strumenti informatici, sostegno alle vittime, programmi di recupero per gli autori di atti di bullismo.

I dati. Secondo l'ultimo rapporto dell'Istat, tra i ragazzi che usano cellulare e Internet il 5,9% ha denunciato di avere subito ripetutamente atti vessatori tramite sms, mail, chat o social network. Il 7,1% delle vittime sono ragazze contro il 4,6% dei maschi. E ancora: il recente studio effettuato su un campione di adolescenti lombardi e realizzato dal gruppo di lavoro 'Semi di melo', in collaborazione con l'Università Bicocca e con il sostegno di Regione Lombardia, rivela che il 20,5% degli intervistati dichiara di non trovare alcuna differenza nelle relazioni via web o personali; il 42% dei minorenni e il 43% dei maggiorenni hanno incontrato dal vivo persone conosciute online, il 18% è incappato nella diffusione di proprie immagini imbarazzanti e il 45% conosce coppie di coetanei che si scambiano immagini provocanti/osè.

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