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Spettatori disabili al Sociale: «Costretti sul loggione»

La segnalazione è di una lettrice, disorientata dal differente trattamento ricevuto in tre occasioni diverse

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MANTOVA. Disabili a teatro, quasi un rompicapo. La segnalazione è di una lettrice, disorientata dal differente trattamento ricevuto in tre occasioni diverse. Tutte e tre al Teatro Sociale. La prima volta nell’autunno del 2015 per il concerto “Mi ritorni in mente” con Gianni Dall’Aglio: «Al botteghino la signorina ci ha dato due biglietti omaggio per il loggione, a me e al mio compagno disabile, poi una maschera ha provveduto ad accompagnarci senza problemi, sia all’inizio che all’uscita» riferisce la lettrice disabile. La seconda volta l’anno scorso, per un altro concerto con Dall’Aglio che – per inciso – non c’entra con la gestione dei biglietti: «La stessa signorina, presumo, ci ha riferito che, non avendo noi un accompagnatore al quale sarebbe spettato un ingresso omaggio, avremmo dovuto pagare il biglietto intero sempre per il loggione».

L’ultimo episodio è di pochi giorni fa, per il concerto di Fabio Concato organizzato da InsideOut Agency. Racconta la spettatrice disabile: «Io e il mio accompagnatore ci siamo sentiti dire che i disabili possono sedere solo nell’ultima fila della platea, vicino alle uscite d’emergenza. Ma essendo i posti esauriti, ci è stato proposto di andare nei palchi o nel loggione pagando entrambi il biglietto a prezzo intero. Ma come la mettiamo con la sicurezza?».

A rispondere è Antonio Occhiato di InsideOut Agency, limitandosi a commentare l’ultimo episodio che lo coinvolge direttamente: «È vero, per ragioni di sicurezza i disabili possono sedere solo nell’ultima fila della platea, vicino alle vie di fuga. Il numero dei posti riservati è legato alla capienza complessiva, nel caso del Sociale sono due. La signorina ha quindi sbagliato a proporre i biglietti per i palchi o il loggione. Alla sicurezza non si può derogare. Gli altri due episodi? Non riguardano InsideOut Agency». Ma la risposta è implicita.

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