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Malati cronici, scoppia la polemica

Per Pd e M5S solo i privati sono pronti a prendersi in carico i pazienti

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MANTOVA. Fino a maggio i medici di medicina generale e gli erogatori pubblici e privati accreditati potranno candidarsi per la presa in carico dei pazienti cronici lombardi. Attualmente questa tipologia di pazienti ammonta a 3milioni e 350mila soggetti, che rappresentano il 30% della popolazione assistita e a cui è destinato il 75% delle risorse per ricoveri, visite specialistiche ambulatoriali e di farmaceutica territoriale e ospedaliera.

Lo ha riferito l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, illustrando in commissione sanità la delibera approvata a fine gennaio dalla giunta regionale.

«È una rivoluzione gestionale che migliorerà il rapporto tra utente e servizi, nella logica di una gestione integrata del bisogno socio sanitario e definendo una tariffa unica per la presa in carico – evidenzia il presidente della commissione sanità Fabio Rolfi (Lega Nord) - Superando in questo modo la frammentazione remunerativa, intendiamo rendere più sostenibile e appropriata l'azione di cura facilitando il rapporto tra utente e aziende». Molte le richieste di chiarimento e le perplessità sollevate negli interventi della vice presidente del consiglio Sara Valmaggi, di Carlo Borghetti e Mario Barboni (Pd) e di Paola Macchi (M5Stelle).

In particolare gli esponenti di Pd e M5Stelle hanno sottolineato come al momento gli unici soggetti in grado di recepire e attuare i contenuti di questa delibera siano a loro parere gli operatori privati, mentre i soggetti pubblici non sarebbero ancora in grado di poter elaborare una proposta adeguata e in linea con gli obiettivi indicati.

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