Pugno in faccia alla ex: condannato a 18 mesi
Il fidanzato violento aveva aggredito la ragazza, appena ventenne, sotto casa. Il colpo le aveva fratturato l’orbita oculare. Ora è in libertà con la condizionale

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MANTOVA. Aveva sferrato un pugno in pieno volto alla sua ex fidanzata, probabilmente perché non riusciva a rassegnarsi alla fine della loro storia o per un attacco di gelosia, avendola vista rientrare a casa con un collega.
Un pugno, dopo averla trascinata a terra per i capelli, che aveva mandato la giovane donna, appena ventenne, al Maxillo facciale con la frattura dell’orbita oculare, prognosi venti giorni.
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Per quell’aggressione brutale, senza misura, il fidanzato violento, 23 anni (non pubblichiamo il nome per tutelare la vittima), attualmente irreperibile ieri è stato condannato dal giudice per le udienze preliminari Matteo Grimaldi, con rito abbreviato, a un anno e mezzo di reclusione, pena sospesa perché incensurato.
La condanna riguarda i reati di lesioni e minacce ma non di stalking come prevedevano le accuse iniziali. Il giovane dovrà anche risarcire i danni alla vittima.
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L'aggressione era avvenuta la notte tra il 31 maggio e il 1° giugno mentre la studentessa ventenne, impegnata tutto il giorno in un seggio elettorale come scrutatrice, stava rientrando a casa. In zona viale Risorgimento era scesa dall'auto del collega di seggio. Era l'una del mattino. Un attimo dopo era comparsa l'auto dell'ex. Il giovane era sceso, l'aveva raggiunta e, prima di scappare lasciandola tramortita a terra, le aveva sferrato un violento pugno in faccia.
Nella mezz'ora successiva la ragazza era stata tempestata di messaggi telefonici dall'aggressore. «Fidati, non fai una bella fine...». E ancora: «Non tirarmi al limite, vado in galera ma ti ammazzo, mi sembra che te lo sto dimostrando...».
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Il giovane, non immediatamente dopo, ma otto giorni dopo l’aggressione, era stato arrestato dalle forze dell’ordine con l’accusa di stalking, lesioni e minacce.
La ragazza, ricoverata al Maxillo, aveva subito un intervento per la ricostruzione dell’osso orbitale. L’occhio venne salvato, ma ancora porta tracce di quel pestaggio feroce.
Con l'arresto, polizia, procura e giudice per le indagini preliminari avevano dato ascolto all'accorato appello della madre della ragazza che, anche attraverso il nostro giornale, aveva chiesto di proteggere la figlia da quel giovane violento.
Soltanto un mese dopo la carcerazione, però, il giovane venne scarcerato, su decisione del tribunale del riesame, trovando il parere contrario della stessa procura di Mantova, che con l’allora procuratore Antonino Condorelli, aveva annunciato il ricorso alla Corte di Cassazione.
Ora comunque il giovane è in libertà e la sospensione condizionale della pena continuerà ad assicurargliela. Nel frattempo ha lasciato Mantova; qualcuno lo aveva visto a Torino, ma di fatto il suo ultimo domicilio non è noto.
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