Pochi in consiglio se non c’è il gettone: «Ripristiniamolo»
Comune, cala la partecipazione alle sedute commemorative. M5S chiede momenti solenni: ma così bisognerebbe pagare
di Sandro Mortari
MANTOVA. «Il Giorno della Memoria e quello del Ricordo tornino ad essere celebrati solennemente con un consiglio comunale». A chiederlo è il vice presidente del consiglio Tommaso Tonelli dei Cinquestelle. La motivazione non è certo il ripristino del gettone (90 euro lordi) dopo che l’anno scorso il presidente Allegretti l’aveva tolto, derubricando i due appuntamenti a semplici cerimonie istituzionali come lo sono, ad esempio, quelle del 2 Giugno e del 25 Aprile; è la «scarsa partecipazione» dei consiglieri ai due importanti appuntamenti in cui si commemorano, nel primo il 27 gennaio, l’olocausto degli ebrei, e, nel secondo il 10 febbraio, i morti delle foibe e i profughi istriani, giuliani e dalmati per mano dei partigiani titini, a spingere Tonelli a chiedere ad Allegretti un passo indietro. È innegabile, però, che l’argomento sia molto scivoloso perché implica il ripristino di un costo per le casse comunali eliminato appena un anno fa, in un momento in cui l’appeal della politica sulla gente è ai minimi storici.
Per suffragare la sua presa di posizione l’esponente dell’M5S fornisce i dati delle presenze dei consiglieri alle due commemorazioni nel 2014 e nel 2015, quando ancora era l’aula a solennizzare il momento. «Anche se era necessario garantire il numero legale affinchè le sedute fossero valide, la presenza in aula dei consiglieri - osserva - ha sempre raggiunto almeno il 70% del totale». Nel 2014 alla seduta del Giorno della Memoria presenziarono 32 consiglieri su 40, l’80%, e a quella del Ricordo 29 su 40, il 72,5%; nel 2015 la giornata della Memoria raggiunse il 95% di presenze (38 consiglieri su 40), mentre quella del Ricordo il 67,5% (27 su 40). I dati del 2016, primo anno di cerimonie senza gettone, non sono disponibili (ma i vuoti al Bibiena, tra le poltrone riservate ai consiglieri comunali, erano molti). Ci sono, invece, quelli di quest’anno, quando, come l’anno scorso, la cerimonia si è svolta al teatro Bibiena. Ebbene, i presenti alla manifestazione del Giorno della Memoria sono stati 18 consiglieri su 32 (con le ultime elezioni i consiglieri assegnati a Mantova sono calati a 32), il 56,25%, mentre quelli intervenuti nella giornata del Ricordo sono stati 17 su 32, 53,12%.
Vediamo, gruppo per gruppo, chi ha partecipato: i 18 della giornata della Memoria erano 7 del Pd (su 13) più il sindaco, 2 (su 2) dell’M5S, 2 (su 3) dei civici bulbarelliani, 2 (su 3) di Forza Italia, 1 (su 2) di Sinistra italiana, 3 (su 5) dei civici di Palazzi, 1 (su 1) di Comunità e territori. Alla giornata del Ricordo i 17 (più il sindaco) erano così distribuiti: 6 Pd, 1 M5S, 1 Sinistra italiana, 3 civici di Palazzi, 2 Forza Italia, 1 Lega, 1 civici bulbarelliani, 1 Comunità e territori, 1 (su 1) civici di de Marchi.
«La recente riduzione anche del numero dei consiglieri provinciali - aggiunge Tonelli - che precedentemente obbligava la tenuta dei consigli al teatro Bibiena per ragioni di spazio, permetterebbe di celebrare tali giornate nella stessa aula consiliare di via Roma. Auspico, quindi, che il presidente voglia rivedere la sua originaria scelta, magari coinvolgendo l’ufficio di presidenza, affinchè il prossimo anno si possa ritornare ad una commemorazione nell’ufficialità di un consiglio comunale». «Un atto doveroso di riduzione della spesa pubblica»: così, nel gennaio 2016, il presidente Allegretti aveva giustificato la sua decisione, suffragata dal parere del segretario generale, di eliminare il gettone dalle sedute commemorative. Cosa che la Provincia aveva già fatto da tempo.
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